Omicidio a Terni, il legale dell’omicida: ”Non c’è stata premeditazione, era ubriaco”

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tribunale-terniE’ “molto confuso” e vive quanto successo “come un sogno, non come la realtà”, Andrea Arcangeli, il 45enne di Terni accusato di aver ucciso con un colpo di pistola alla testa il 38enne rumeno Victor Marian Iordache, con il quale aveva da tempo una relazione sentimentale: a riferirlo è l’avvocato dell’uomo, Vittorina Sbaraglini, che oggi pomeriggio ha incontrato il suo assistito nel carcere di Sabbione.

“Non possiamo negare che ci sia stata una confessione – spiega l’avvocato – ma dovrà comunque essere suffragata da riscontri concreti. Certamente escludiamo che ci sia stata premeditazione nell’omicidio, avvenuto per colpa di un incidente mentre sia il mio cliente che la vittima erano ubriachi”. Secondo lo stesso difensore, Arcangeli, sposato e padre di due figli, era una persona “tranquilla e normalissima”, ma “psicologicamente succube” della vittima, che “frequentava assiduamente”.

IL PROCURATORE Il procuratore capo della procura dela Repubblica di Terni, Cesare Martellino, oggi nel corso della conferenza stampa aveva spiegato che il caso dell’omicidio “è completamente risolto” e la confessione del presunto omicida è stata “piena”. Secondo il magistrato (che ha coordinato le indagini insieme al pubblico ministero Elisabetta Massini) va “un plauso a tutti quelli che hanno operato”, perché “il caso si presentava difficile”. Per risolverlo è stato costituito un specifico pool formato da agenti della squadra volante e della mobile.

“C’erano dei sospetti – ha aggiunto – ma mancava il corpo del reato, in questo caso la persona uccisa. Questa, tra l’altro, essendo un cittadino rumeno entrato ed uscito più volte da Terni, poteva anche essere tornato in patria. Tutto si è risolto però con la confessione del presunto colpevole, la regina delle prove, determinata non dal rimorso ma dall’evidenza di fronte al quale è stato posto”.

“C’è soddisfazione sotto il profilo professionale – ha concluso il procuratore capo – ma ovviamente non umano, perché è un dramma che ha coinvolto la vittima, l’artefice del delitto e le loro famiglie”.

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