Ospedale di Terni, blogger: ”Nessuna privacy per i pazienti di Medicina Nucleare”

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med nucleare PaceC’è un problema privacy nel reparto di Medicina Nucleare dell’ospedale di Terni. A segnalarlo è Claudio Pace, blogger ed ex consigliere di circoscrizione che in un post racconta ciò di cui è stato diretto testimone.

Pace premette: “Senza nulla voler togliere alla professionalità dei medici e del personale non medico dell’ospedale della mia città, mi pare doveroso però raccontare come su certi aspetti, come la privacy, si può ancora tanto migliorare”. Racconta quindi che “la prestazione ambulatoriale è organizzata così: l’orario indicato sulla prenotazione è indicativo solo dell’ora in cui cominciano ad esser chiamati i pazienti. Bisogna essere lì per le 8,30, si arriva e poi si prende un numeretto e si attende il proprio turno per riempire dei moduli, tra cui quello della privacy, in cui sostanzialmente, per rispetto della privacy, ti si chiede di autorizzare il trattamento dei dati personali e sensibili. Essendo l’ultimo o il penultimo della coda, e preso atto che per firmare i moduli e parlare con la persona addetta alla ricezione, bisogna aspettare nella stessa stanza dove la gente aspetta, posso dire di aver potuto ascoltare i fatti personali e i dati di tutto e di tutti anche perché tra il pubblico e il personale addetto alla ricezione c’è un vetro assai spesso”.

Il blogger sottolinea: “Non è che me ne fregasse niente, né da parte mia o degli altri ‘attendenti’ c’era maleducazione, bisognava stare in quella sala e non da altre parti se si voleva fare quelle analisi, perché solo li si viene chiamati con il numero che hai preso. Ma la cosa più carina è che è sulla sala è esposto un cartello che recita: ‘per ragioni di privacy presentarsi uno per volta allo sportello’”.

A quel punto Pace, “con molta cortesia e gentilezza”, ha chiesto spiegazioni all’addetta che ha riconosciuto il problema sostenendo però che sarà risolto presto con il cambio di ubicazione del reparto. In attesa di questa annunciata soluzione, nel post Pace avanza un rimedio temporaneo di buon senso: “Invece di parlare attraverso un vetro, una volta chiamato il paziente fatelo accomodare vicino all’addetto, il paziente non morde mica, e lì la loro interlocuzione sarebbe veramente a prova di privacy ospedaliera”.

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