Può essere considerato un vero e proprio “cuore artificiale” ed è stato impiantato in un paziente grazie ad un’operazione chirurgica dall’equipe cardiochirurgica dell’ospedale Santa Maria di Terni coordinata dal professor Alessandro Pardini. Si tratta del dispositivo di assistenza meccanica al circolo (Heartmate II) ed è una tecnica di altissima complessità, che permette di consentire l’attività cardiaca per l’apporto di sangue a tutto l’organismo, ed offre ai pazienti affetti da “scompenso cardiaco grave” una prospettiva di vita migliore ed una possibilità giungere al trapianto cardiaco nelle più idonee condizioni di salute.
Il paziente – operato il 20 ottobre scorso – è attualmente ricoverato nella Terapia intensiva post-operatoria diretta dal dottor Emilio D’Avino. Sta svolgendo il suo programma riabilitativo e di recupero funzionale sotto la supervisione dei medici e degli infermieri, si alimenta in modo autonomo e conversa con i suoi familiari.
In particolare l’intervento prevede che il dispositivo venga inserito accanto al cuore, all’interno del torace e che venga collegato, attraverso un piccolo cavo, a delle batterie esterne portatili che potranno consentire al paziente il ritorno ad una vita praticamente normale. Il dispositivo può funzionare per anni, senza interruzioni, ed è l’unico ad essere stato approvato, nel 2009, dalla Fda americana per la cosiddetta “terapia destinativa” oltre a quello, già in uso corrente, di “bridge” al trapianto. Ulteriori dettagli sull’intervento verranno forniti domani nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 12.30 presso la direzione generale del Santa Maria.