Da quando la loro relazione è terminata lo scorso giugno, l’ha perseguitata in ogni modo. Telefonate continue, minacce e insulti registrati sulla segreteria telefonica, pedinamenti, aggressioni verbali e persino minacce a colleghi e datori di lavoro della donna. Un ternano di 46 anni, era riuscito a rendere impossibile la vita della sua ex fidanzata, costringendola a rivolgersi più volte alle forze dell’ordine con denunce e richieste di intervento delle volanti, che nel corso di due mesi hanno verificato una preoccupante escalation delle manifestazioni di aggressività dell’uomo.
L’uomo era addirittura arrivato a pretendere, in maniera ossessiva, una somma di denaro – 1.900 euro – dai titolari della ditta presso cui lavora la donna, asserendo che sarebbero stati il compenso per dei lavori che lui non aveva però mai realizzati. Il tutto per alimentare un clima di terrore anche tra i colleghi della sua vittima, con l’intento di renderle la vita impossibile in ogni momento della giornata.
Così, quando ieri pomeriggio la giovane si è nuovamente rivolta alla Polizia di Stato per segnalare l’ennesimo messaggio di minaccia ricevuto sul suo cellulare, gli uomini della polizia di Terni si sono precipitati da lei, che al momento stava lavorando, e hanno notato l’auto dell’uomo parcheggiata poco distante dal posto di lavoro della donna. Quest’ultima ha accolto gli agenti in lacrime e, tremando, ha detto di aver trovato l’ultima minaccia addirittura “terrificante”.
I poliziotti hanno quindi iniziato una battuta nel quartiere, bloccando lo stalker mentre stava per recuperare l’auto. Una volta in questura, il quadro generale si è definitivamente completato. Gli agenti della Squadra Volante hanno verbalizzato anche le dichiarazioni di colleghi e datori di lavoro della giovane, che hanno confermato le ripetute minacce e l’assillante tentativo di estorsione ricevuti da loro. Dopo l’arresto, i poliziotti sono andati a casa dell’uomo per ritirargli le numerose armi di cui risultava legittimamente detentore come cacciatore e, in quella circostanza, hanno trovato nell’abitazione anche un fucile non denunciato né registrato nella banca dati delle forze dell’ordine.
Al termine delle attività e sentito anche il magistrato di turno, Elisabetta Massini, il 46enne è stato portato in carcere e dovrà rispondere, oltre che del reato di atti persecutori (stalking), anche di molestie, estorsione e detenzione illegale di armi.