Rimosso il pennone di piazza Tacito, le foto. Ad ottobre uno nuovo realizzato da Tk-Ast

3

Da oggi a piazza Tacito rimane solo una parte della fontana: il pennone in acciaio è stato rimosso. Resta la vasca che è in condizioni inguardabili, con il mosaico disegnato da Cagli praticamente irriconoscibile.

“Non c’è nulla di buono nei dati rilevati e le cose così secondo noi non possono andare, ma spetterà al Comune decidere il da farsi”. Era stata questa la sentenza di morte per il pennone pronunciata dall’Isrim i cui tecnici avevano fatto uno studio approfondito che evidenziava il pessimo stato di conservazione e la pericolosità per i cittadini. Dopo poche ore, nella giornata di ieri, il Comune ha provveduto alla rimozione.

Per permettere i lavori di smantellamento eseguiti dalla ditta narnese Moretti, l’area intorno alla fontana è stata tutta transennata facendo defluire il traffico verso altre zone. Lavori che sono iniziati alle ore 18, coordinati dalla direzione Lavori pubblici del comune di Terni, e finiti a serata inoltrata. A confermare il degrado del pennone ci ha pensato l’assessore ai Lavori pubblici, Silvano Ricci che al Messaggero ha detto: “L’esito dello studio dell’Isrim sullo stato di conservazione, ha confermato la pericolosità ed il rischio che il pennone potesse cadere. Ed abbiamo subito provveduto”.

Ora della fontana non rimane che una vasca fatiscente, logorata dal tempo e dall’incuria. Un sacrilegio per quei ternani che sono cresciuti all’ombra di un simbolo storico della città. Ad ottobre un nuovo pennone in acciaio inossidabile sarà realizzato dalla Tk-Ast di viale Brin e installato. La speranza è che la nuova asta porti con se i lavori di riqualificazione della vasca, ormai non più rinviabili, e venga messa fine all’agonia di un emblema di Terni.

LA GALLERIA DI FOTO:

[nggallery id=58]

Nel frattempo l’indignazione dei cittadini si fa sentire e la triste vicenda della fontana è apparsa anche su YouReporter, nel quale un ternano ha pubblicato una sorta di necrologio dell’opera realizzata da Ridolfi e Fagiolo accompagnata da una condanna senza appello per chi ha permesso una simile indecenza. “Oggi l’incuria, il degrado, l’incapacità delle amministrazioni locali di conservarne la sua bellezza, nata nel 1932, l’hanno distrutta, i mosaici sono scomparsi, l’acqua raramente scorre nel suo catino ed ora il suo pennone è miseramente crollato. Oggi la Fontana è il simbolo di quella incapacità, di gestire e conservare i beni venuti dal passato, di gestire un presente difficile e di programmare un futuro migliore per la città e per tutti i cittadini, da parte delle amministrazioni”. http://www.youreporter.it/gallerie/Terni_ricordando_c_o_che_non_c_e_piu/pag-1

 

 

CONDIVIDI