“La sentenza di oggi è un primo passo verso l’assoluzione definitiva, anche se non fa ancora pienamente giustizia”: così l’ingegner Marco Pucci, attuale amministratore delegato dell’Ast di Terni, ha commentato il verdetto della corte d’appello di Torino sul rogo allo stabilimento ThyssenKrupp che nel dicembre 2007 costò la vita a sette operai. Pucci, che al momento dell’incidente era membro del cda dell’azienda come consigliere delegato per il settore commerciale e il marketing, è stato condannato oggi a sette anni reclusione, sei e mezzo in meno rispetto al processo di primo grado (13 anni).
“Ora sono più sereno, anche se non ancora contento”, ha affermato Pucci, che stamani ha atteso il verdetto nel suo ufficio di Terni. “L’ho detto più volte: io sono completamente innocente e nell’ultimo grado di giudizio mi aspetto l’azzeramento della mia condanna. E’ ciò a cui punto, perché la mia responsabilità è assolutamente inesistente per le posizioni che ricoprivo. Basta pensare che sono entrato per la prima volta nello stabilimento di Torino soltanto dopo l’incidente, per portare le condoglianze ai familiari degli operai morti”.
Un “ridimensionamento importante” allo schema dell’accusa, secondo Pucci, è comunque già arrivato con la derubricazione del reato di omicidio volontario con dolo eventuale in omicidio colposo con l’aggravante della colpa cosciente nei confronti dell’allora ad della Tk Harald Espenhahn. Quanto alle urla e alle proteste dei parenti delle vittime dopo la lettura della sentenza, l’ad dell’Ast ha detto di capire “il dolore che queste persone stanno vivendo per quello che è accaduto”, ma di credere anche che “la Corte stia iniziando a fare giustizia”.