Sei operazioni della guardia di finanza portano alla luce oltre 8 milioni di euro evasi

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La guardia di finanza in sei diverse operazioni ha fatto emergere un mucchio di soldi completamente evasi al fisco: complessivamente oltre 7 milioni di euro di ricavi e 1,3 milioni di Iva. Ad evadere un autotrasportatore, un gommista, un distributore stradale di carburanti, un operatore del settore della telefonia ed un artigiano e dei titolari di un’impresa manifatturiera. Sono stati tutti individuati grazie al rilevamento del tenore di vita, alle banche dati e ai terminali informatici in uso alla finanza.

In un caso – spiegano le fiamme gialle – è stata la passione per le opere d’arte moderna a portare all’individuazione di un imprenditore ternano che per un anno non aveva presentato alcuna dichiarazione fiscale, nascondendo oltre 1 milione e mezzo di ricavi e Iva per 200 mila euro.

Un rivenditore all’ingrosso di materiale informatico e di telefonia della provincia, invece, è stato scoperto perché la società non risultava disporre di dipendenti pur avendo una numerosa clientela, soprattutto fuori provincia. I finanzieri hanno accertato omesse presentazioni di dichiarazioni fiscali per circa 3 milioni di euro e Iva evasa per 600 mila euro.

Per un autotrasportatore di Terni e un distributore stradale di carburanti di Orvieto sono state le mancate presentazioni delle dichiarazioni fiscali a farli scoprire. Le contestazioni al gommista di Terni, invece, sono nate da un mancata emissione di una ricevuta fiscale ad un cliente. La Finanza è allora entrata nell’officina verificando che la conservazione della contabilità della ditta era approssimativa e scarna. Il titolare non deteneva nemmeno il blocchetto di ricevute fiscali, ma si limitava a rilasciare pezzi di carta con indicato a penna l’importo incassato. Dall’approfondimento del controllo i finanzieri sono emersi ricavi sottratti a tassazione per circa 450 mila euro ed evasione dell’Iva per 60 mila euro.

Infine, ad essere raggiunto dal controllo dei finanzieri è stato un pensionato che aveva aperto, nella propria villetta, un attrezzato laboratorio artigianale di fabbro senza avere partita IVA e quindi senza dichiarare al fisco i relativi incassi. La finanza ha accertato, per un paio d’anni, circa 25 mila euro di ricavi in nero. Fondamentale per la ricostruzione degli importi evasi – spiegano le fiamme gialle – il rinvenimento a casa dell’anziano, di un’agenda con tutti i dettagli di ogni lavoro svolto in nero.

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