Qual è il grado di sensibilità e consapevolezza ambientale dei cittadini umbri? Quanto la cultura ambientale è stata assorbita e si è tradotta in comportamenti individuali e collettivi sostenibili? È quanto ha voluto conoscere l’assessorato all’Ambiente della Regione Umbria che, da luglio ad ottobre scorso, ha condotto un’indagine su tutto il territorio regionale, nell’ambito della campagna sui comportamenti sostenibili con lo slogan “L’Umbria che piace ricicla, riduce e risparmia. E tu?”. I risultati sono stati illustrati oggi nel corso di un convegno che si è svolto a palazzo Donini, al quale è intervenuto l’assessore regionale all’Ambiente, Silvano Rometti. E sono risultati che non sorprendono: molti cittadini, soprattutto di Terni, ritengono che la cattiva qualità dell’aria rappresenti il principale problema.
ROMETTI Rometti ha detto: “I comportamenti individuali sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale che ci prefiggiamo. La Regione Umbria ha dedicato attenzione e ingenti risorse al tema ambientale, con interventi strutturali, azioni di prevenzione, studi, progetti di informazione, educazione e comunicazione per il coinvolgimento diretto dei cittadini. Coinvolgimento che ha prodotto significativi risultati, ad esempio, per la gestione dei rifiuti: è grazie alla collaborazione dei cittadini che è stato possibile in tre anni incrementare la raccolta differenziata dal 30 al 53 per cento”.
“Il nostro lavoro non è al chiuso nelle stanze – ha proseguito l’assessore – ma cerchiamo di coinvolgere i cittadini nei processi decisionali e nella programmazione per lo sviluppo sostenibile del territorio così come ne cerchiamo la più ampia collaborazione per l’attuazione delle politiche ambientali. Questa indagine assume particolare importanza poiché ci consente di capire il livello di consapevolezza sulle tematiche ambientali, che in Umbria sembra essere maggiore rispetto a quanto generalmente riscontrato in tutta Italia, e fornisce indicazioni anche su come rafforzare la relazione stretta con i cittadini e quel tessuto di azioni quotidiane e individuali indispensabili al successo della politica ambientale regionale”.
IL QUESTIONARIO La campagna “L’Umbria che piace ricicla, riduce, risparmia. E tu?”, come ha spiegato la coordinatrice regionale all’Ambiente della Regione Umbria, Ernesta Maria Ranieri, è stata sviluppata con l’affissione di manifesti, la pubblicazione sul portale istituzionale di “pillole di sostenibilità e un questionario distribuito avvalendosi della collaborazione dei Centri di educazione ambientale (Cea) e del Dipartimento di scienze agrarie, alimentari ed ambientali dell’Università degli studi di Perugia, sia nelle sedi dei “Cea”, sia nelle scuole (il 4% dei questionari totali, per lo più ad opera del Corpo Forestale dello Stato) sia (oltre il 40 per cento dei questionari) in esercizi commerciali, luoghi di ritrovo e sagre. La compilazione era possibile anche on line sul portale della Regione, ma questa modalità è stata scelta solo dal 2 per cento.
In tutto sono stati compilati quasi 6mila questionari. Quattro le sezioni del questionario: la prima sulla conoscenza della campagna europea: “Il mondo che ti piace. Con il clima che ti piace”; la seconda “Lo sai che” con quattro domande per capire il livello di conoscenza circa alcune tematiche ambientali; la terza “Che cosa fai tu per” con una serie di domande volte a testare i reali comportamenti dei cittadini umbri; la quarta sezione era: “Quale pensi che sia il principale problema della nostra regione?”.
I RISULTATI A rispondere, per circa la metà (47,3%) sono stati umbri tra 31 e 50 anni e con un grado di istruzione medio alta. L’intero campione ha un elevato grado di scolarizzazione (76% licenza scuola media superiore o laurea). Secondo la coordinatrice regionale, in Umbria sembra non aver prodotto effetto la campagna europea di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici, che ha ottenuto il 99 per cento di risposte negative, “a conferma della limitata penetrazione della comunicazione effettuata solo con il mezzo telematico”.
Le risposte della Sezione “Conoscenze” indicano che complessivamente, sono acquisite conoscenze ambientali “di base”, un po’ meno per quanto riguarda lo spreco alimentare mentre ci sono picchi fino al 90% per quanto riguarda la raccolta differenziata. I residenti nella provincia di Terni si “posizionano” meglio di quelli di Perugia, per quanto riguarda le risposte della sezione “Comportamenti”. In questa sezione, le risposte sono più diversificate: vengono adottati comportamenti sostenibili nei casi di maggiore “facilità” (uso della lavatrice a pieno carico, della “borsa della spesa”, di una temperatura controllata per il riscaldamento), mentre si abbassa la percentuale nel caso di comportamenti che richiedano maggiore “impegno”. Solo per le domande legate al tema della riduzione di rifiuti alla fonte, si hanno risposte con una percentuale non soddisfacente.
Per il 4 per cento degli umbri che hanno risposto al questionario, non ci sono problemi ambientali; la problematica individuata come principale a livello regionale è la questione della qualità dell’aria (26 per cento, in particolare tra i residenti nella provincia di Terni), seguita dal consumo di suolo (soprattutto fra quanti hanno un titolo di studio più elevato) e dall’inquinamento di fiumi e laghi “nonostante – ha rilevato la coordinatrice Ranieri – la qualità delle acque superficiali sia complessivamente buona e si sta raggiungendo l’obiettivo comunitario fissato al 31 dicembre 2015”. La problematica che desta minori preoccupazioni è quella dei rifiuti. Non sempre c’è corrispondenza tra conoscenze e comportamento: il risparmio idrico, ad esempio, è poco sentito come indispensabile. Per il settore rifiuti, pur con un basso livello di percezione quale problematica, ben il 90 per cento mostra conoscenze corrette.