Stamina, battaglia legale anche a Terni: ternana malata di Sla chiede accesso al trattamento

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tribunale-terniIn Italia infuriano le polemiche sul metodo Stamina ed anche a Terni è battaglia legale. Oggi si è svolta infatti in tribunale l’udienza di reclamo contro la decisione del giudice del lavoro, che nel dicembre scorso ha respinto la richiesta di ammissione al protocollo avanzata da una ternana colpita da Sla. Il collegio si è riservato la decisione.

La donna – tramite un ricorso d’urgenza presentato dal suo legale, l’avvocato Simona Schiavoni – chiedeva la somministrazione delle cellule staminali adulte negli Spedali Civili di Brescia, sulla base del decreto Balduzzi, che disciplina le cure compassionevoli. Il giudice aveva però rigettato il ricorso basandosi a sua volta sui risultati del comitato scientifico ministeriale. “Due giorni dopo la pronuncia del tribunale di Terni – spiega l’avvocato Schiavioni – il Tar del Lazio ha di fatto bocciato il lavoro della commissione, sospendendo le nomine del gruppo di lavoro, e per questo abbiamo ritenuto indispensabile continuare la nostra battaglia presentando il reclamo”. Al termine dell’udienza di oggi il tribunale si è riservato la decisione.

Il metodo Stamina. Il metodo Stamina è un controverso trattamento medico inventato da Davide Vannoni che attualmente risulta indagato per diverse ipotesi di reato tra cui quella di abuso della professione medica (è laureato in Filosofia e non in Medicina). Il trattamento è principalmente rivolto alle malattie neurodegenerative e si baserebbe sulla conversione di cellule staminali mesenchimali in neuroni ma il procedimento e le tecniche risultano in parte tenute segrete dai suoi promotori.

Tale metodo non ha mai avuto una validazione scientifica e la rivista Nature ha scoperto che alcuni risultati presentati per la richiesta di brevetto provengono da altre pubblicazioni precedenti che sarebbero state usate senza autorizzazione. Eppure numerosi genitori di bambini sottoposti al trattamento, affermano di aver notato netti miglioramenti delle condizioni. E’ inoltre nato un movimento pro Stamina che chiede il libero accesso alla cura. Sulla spinta di queste richieste, approdate in diversi tribunali italiani e raccontate dai media (soprattutto dalle Iene), il ministero della Salute ha istituito un Comitato scientifico per valutare il metodo.

A settembre dal Comitato scientifico era arrivata una nettissima bocciatura: nel rapporto consultivo veniva giudicato il metodo del tutto privo di consistenza scientifica. Vannoni ha però presentato ricorso al Tar che a dicembre lo ha accolto riscontrando la mancanza di imparzialità da parte di alcuni membri del Comitato. Il ministero ha istituito un nuovo Comitato scientifico dal cui rapporto sono emersi aspetti del metodo potenzialmente rischiosi per la salute. La procura di Torino ha inoltre indagato sedici persone indagate, tra cui lo stesso Vannoni, due biologi russi e una decina di medici. L’ipotesi di reato è la somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione a delinquere. La truffa, secondo l’accusa, sarebbe nel fatto che i promotori di Stamina mostravano ai malati un video in cui paraplegici si alzavano e promettevano vere e proprie guarigioni dietro pagamenti di decine di migliaia di euro.

Questa sera la trasmissione televisiva di Rai Tre, Presa Diretta, dedicherà la puntata al caso Stamina: puntata di cui sono già emersi dettagli che hanno rinfocolato le polemiche con dei retroscena su come il metodo sia stato introdotto negli Spedali di Brescia.

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