Taglio indennità, Di Girolamo: ”Un modesto gesto politico”. L’opposizione: ”E’ uno stratagemma”

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Pochi giorni fa, la notizia della decisione da parte del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, di non percepire più l’indennità come primo cittadino a fronte della maturazione del vitalizio come parlamentare, ruolo ricoperto per circa 8 anni di legislatura.

In merito alla decisione del sindaco, era arrivata prontamente il comunicato dell’opposizione Lista Baldassarre, Udc e Terni Oltre.

Nella nota, era lodata la decisione del sindaco di non percepire l’indennità ma allo stesso tempo era stato avanzato anche il dubbio che questa scelta fosse uno “stratagemma per far dimenticare ai ternani l’incapacità sua e dei suoi assessori nel guidare una città che sta cadendo nella miseria più nera; ci vuole ben altro che un semplice gesto di generosità”.

Lista Baldassarre, Udc e Terni Oltre avevano infatti definito l’operato del sindaco alquanto insoddisfacente definendolo fin “troppo navigato per poter credere di avere mano libera su tutte le manchevolezze che sta coprendo, dalle manovre di appropriazione indebita dei soldi dei ternani che sta facendo l’Atc Parcheggi, al disastro delle farmacie comunali, agli affari ben poco nobili che sta facendo fare a vari suoi amici con i terreni del Comune ceduti senza gara e a prezzo stracciato rispetto a quelli di mercato”.

In conclusione, la richiesta era quella di avere un sindaco “perfettamente in grado di non far perdere la città nelle tante, troppe, drammatiche situazioni in cui il suo predecessore e lui stesso la sta portando, e non un uomo soggiogato dai diktat delle segreterie politiche che gli impogono persone da sistemare nei vari assessorati piuttosto che scegliere persone altamente competenti”.

Oggi in una nota di Palazzo Spada arriva la risposta all’opposizione e la spiegazione delle ragioni di questa decisione dettata dalla volontà di dare “un contributo alla finanze del Comune e di dar luogo a un gesto politico”.

Nella nota, il sindaco sottolinea che sia giusto che nella situazione economica e politica attuale ognuno faccia la sua parte: “Dinanzi a una situazione eccezionale – dichiara il Di Girolamo – ho ritenuto di dover assumere una scelta eccezionale. Considero infatti normale che si corrispondano delle indennità per un lavoro non solo impegnativo ma svolto a tempo pieno nelle istituzioni democratiche in una crisi economica e politica di questa portata occorre che ciascuno faccia la propria parte secondo le volontà e le disponibilità personali. La mia volontà nel servire la mia comunità è chiara: mi sono dimesso da senatore appena eletto sindaco. Ora ho maturato la disponibilità del vitalizio parlamentare. Le leggi, come è noto,  prevedono sia l’erogazione del vitalizio che l’indennità da sindaco. Ma ho deciso di rinunciare alla indennità. Continuerò ad impegnarmi per fare gli interessi della mia città dedicando tutto il mio impegno a tempo pieno, come ho fatto fin qui. Rinunciando per la restante parte del mandato amministrativo alla indennità di legge,  contribuisco così alle finanze del nostro Comune. Nel deliberare ciò ho confermato la delega, firmata all’inizio del mandato, per destinare una quota parte al mio partito, secondo le percentuali previste dallo statuto del Pd: si tratta di 700 euro delle 5400 mensili. Il mio non è un ‘segnale’ a nessuno, ma solo un modesto, concreto, gesto politico dinanzi alla crisi politica ed economica, perché la politica, attraverso le istituzioni ed i partiti possa dare risposta ai problemi aperti. Tantomeno vuole essere un gesto per chiedere ‘sconti’ a qualcuno nella valutazione politica della gestione amministrativa e del governo della città: giudizio che dovrà essere dato rispetto a ciò che stiamo facendo e che faremo. Io metterò tutto il mio impegno, anche senza indennità, cercando di perseguire gli interessi generali della nostra città”.

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