Il Comitato per l’abolizione della tassa Tevere Nera ha presentato un esposto alla procura di Terni per verificare eventuali irregolarità nella notifica di migliaia di richieste di pagamento da parte del Consorzio di bonifica ai cittadini. Nel documento il Comitato, come spiegato questa mattina nel corso di una conferenza stampa, contesta anche la trasformazione a tempo indeterminato di due contratti di lavoro a tempo determinato, in contrasto, sempre secondo gli abolizionisti, con la legge 18 del 23 dicembre 2011, che vieterebbe qualsiasi tipo di assunzione.
“Il Consorzio – hanno spiegato Leo Venturi, Gino Venturi e Moreno Montori – ha agito in maniera illegittima, inviando avvisi di pagamento, con allegati bollettini, anche laddove l’importo della tassa da pagare è inferiore a 17 euro, violando così il regolamento emanato dalla Regione dell’aprile 2012 che stabilisce la quota minima. Ciò è stato possibile modificando gli avvisi e trasformando i 10,80 euro fino allo scorso anno indicati come costi di gestione in beneficio di tutela idraulica”. Il fatto che il Regolamento regionale, così come lo Statuto del Consorzio, si riferiscano alle cartelle esattoriali e non agli avvisi bonari inviati finora secondo gli abolizionisti non fa differenza, in quanto “anche gli avvisi, che si configurano e sono visti dai cittadini come una vera e propria richiesta di un tributo, sono impugnabili secondo la giurisprudenza”.
In merito alle assunzioni, il Comitato chiede invece di verificare che queste siano “indispensabili e funzionali all’attività”.
“Siamo stati costretti a presentare questo esposto – hanno detto ancora i tre abolizionisti – perché le istituzioni, nonostante le nostre sollecitazioni, non hanno risposto o non hanno voluto risolvere i problemi posti, che riguardano migliaia di cittadini che vivono nell’ansia e nella preoccupazione di dover pagare. Chiediamo quindi – hanno concluso – che venga verificato l’operato non solo del Consorzio ma anche della Regione, sia per quanto riguarda gli organi politici che amministrativi”.
In una nota, Leo Venturi, in qualità di consigliere comunale di Terni Oltre, ha inoltre sostenuto la necessità di una mobilitazione popolare, anche con l’occupazione del Consiglio comunale. Nella stessa nota viene infatti duramente criticata l’Amministrazione comunale e accusate “alcune forze politiche come il Pd, succubi di interessi foligno-centrici” che hanno fatto di tutto per mantenere in vigore “la tassa assurda. I Consorzi hanno costituito negli anni una macchina formidabile di potere, di assunzioni amicali e politiche, di favori a Tizio e a Caio negli interventi di bonifica, di stipendi ragguardevoli, di appalti importanti. La sinistra ha tradito il ruolo che dichiara a parole di voler ricoprire, quello di difendere i più deboli, per assumere invece quello molto più gestionale di Sceriffo di Nottingham”.
Questo il comunicato di Leo Venturi:
La vergogna di ventimila raccomandate, spedite nei giorni del Natale a tutti i ternani da il segno della totale indifferenza, non solo del Consiglio di Amministrazione del Consorzio eletto nella lista “NO Tassa Tevere-Nera” ma poi passato di mano con un blitz vergognoso dal punto di vista civico, prima ancora che politico, ma anche di questa Amministrazione Comunale.
Abbiamo partecipato a lunghissime file, al di fuori dell’Ufficio Postale di Via Bramante, con la gente adirata per un trattamento inaccettabile, per una città civile, sia da parte del Consorzio che da quello delle Poste.
Il Direttore dell’Ufficio Postale del CPO, Dr. Morelli, che abbiamo interpellato, ha assicurato che almeno la stanza adibita alla consegna delle raccomandate migliorerà. Spazi esigui, solo tre sedie anche per cento persone in attesa del proprio turno, fuori della porta sotto la pioggia o al gelo. Ha inoltrato una richiesta ai suoi superiori, ma intanto sono anni che chiedemmo al Sindaco di adoperarsi in tal senso, da quando le Poste costringono i cittadini a recarsi tutti, non più negli Uffici Postali del territorio ma solo e soltanto in quello di Via Bramante per ritirare le raccomandate non consegnate in prima istanza dai portalettere.
Ma la cosa più grave, che conferma solo il giudizio pesantemente negativo che da anni diamo del Consorzio e di chi lo amministra, è l’invio poche ore prima della prescrizione quinquennale, dopo la sospensione decisa nel 2007, di ventimila raccomandate, solo per fare cassa. Bollette in gran parte illegittime per un aumento spropositato delle spese a fronte spesso di una tassa di pochi centesimi.
Tutto ciò in barba alla Regione che fa finta da troppi anni di apparire terza in questa contesa fra cittadinanza e Consorzio ma è parte in causa, a difesa di interessi corporativi.
Bene quindi l’iniziativa del Comitato di cui a pieno titolo facciamo parte, ma crediamo che l’iniziativa presso la Procura vada parallelamente alimentata da un’azione politica chiara e trasparente.
Se fino ad oggi il Comitato non è riuscito a conseguire il risultato dell’abolizione è anche perché non si è stati chiari con i cittadini sulle ragioni recondite che hanno visto la sinistra umbra sostenere in toto quella Tassa assurda.
La verità è che alcune forze politiche come il PD, succubi di interessi foligno-centrici, hanno fatto di tutto per mantenerla, perché i Consorzi hanno costituito negli anni una macchina formidabili di potere, di assunzioni amicali e politiche, di favori a Tizio e a Caio negli interventi di bonifica, di stipendi ragguardevoli, di appalti importanti. La sinistra ha tradito il ruolo che dichiara a parole di voler ricoprire, quello di difendere i più deboli, per assumere invece quello molto più “gestionale” di Sceriffo di Nottingham.
Abbiamo proposto e riproponiamo:
1)- l’occupazione del Consiglio Comunale come segno ultimo della protesta popolare nei confronti dei veri responsabili di questa vessazione, cioè coloro che, eletti per difendere la città, preferiscono, anche in questo campo, sonnecchiare e tirare avanti;
2)- la richiesta di un colloquio con Bersani, quando verrà a Terni in campagna elettorale per informarlo di questa vergogna e dell’inaccettabile comportamento di buona parte del suo partito.
Ben venga quindi la denuncia, ma occorre tener viva la protesta corale, con una manifestazione chiara e forte della volontà popolare tenuto conto che anche l’incontro con l’Assessore Regionale Cecchini, ha prodotto il nulla, rivelandosi, a distanza da oltre un anno dalla legge regionale che prevedeva come termine ultimo 60 giorni per emanare la normativa di attuazione, la solita pantomima per prendere tempo e superare indenni questa campagna elettorale.