Questa mattina è stata arrestata insieme ad altre 3 persone per il caso delle baby squillo di Terni ma la sua è la posizione più delicata: è accusata di aver sfruttato la figlia minorenne (ed altre due minori) facendola prostituire. La donna straniera, nell’interrogatorio davanti al gip, ha negato ogni addebito ed ha sostenuto di non essere a conoscenza dell’attività della figlia né di aver gestito i contatti con i suoi clienti.
La 47enne, difesa dall’avvocato Sandro Ciliani, è stata interrogata nel pomeriggio, per rogatoria, dal gip di Terni Simona Tordelli, che ha poi trasmesso gli atti al collega perugino Andrea Claudiani (l’indagine è infatti coordinata dalla Dda). Al termine dell’interrogatorio di garanzia il legale ha chiesto la revoca della misura cautelare o, in alternativa, la sostituzione con gli arresti domiciliari, visto che la donna ha un figlio di due anni.
“La mia assistita – dice l’avvocato Ciliani – ha spiegato di essere solo a conoscenza del lavoro svolto dalla ragazza come addetta alle pulizie e di essere estranea ad ogni accusa. Ci riserviamo ora di leggere attentamente l’ordinanza e di avere tutti gli atti”.
Interrogato oggi dal giudice Tordelli anche un altro dei quattro arrestati, un 27enne di Acquasparta. Il giovane, difeso dall’avvocato Roberto Romani, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Data la sua “incensuratezza e l’occasionalità” dei fatti contestati al giovane, il legale ha chiesto “la revoca della misura cautelare e in subordine la sostituzione con una meno afflittiva”.