Terni, caso mense, il CoSeC: “No a svendite, andremo al tavolo tecnico”

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CoSecProsegue il botta   e risposta sul fronte mense comunali, dove sembra davvero non esserci pace. Comune, Co.Se.C e Comitato Commisari Mense, sembra quasi un tutti contro tutti.  Il Co.Se.C, che riunisce un gruppo di genitori di alcune scuole, ha infatti annunciato che sarà presente al tavolo tecnico per la riorganizzazione del servizio mense, che martedì pomeriggio si svolgerà presso i locali della Siviera, in via Sant’Agape: “Ci saremo per dire no – annunciano in una nota – alla concessione del servizio di refezione scolastica, che comporterebbe la svendita delle cucine comunali e della qualità del servizio, con un aumento spropositato dei costi e allo smantellamento dei Servizi Educativi comunali”.

E’ proprio attorno a questi temi che nei giorni scorsi si era consumata la frattura con i Commissari Mense: il Co.Se.C aveva abbandonato l’incontro col Comune che aveva sancito il ritorno del “cotto e mangiato” in segno di protesta, i Commissari, avevano replicato in maniera durissima, parlando di insulti da parte del Co.Se.C. Il Comune a sua volta aveva accusato il Co.Se.C di strumentalizzare politicamente la vicenda mense. La risposta era arrivata con una nota: “Non siamo strumentalizzabili e non siamo politicizzati – si legge – Al Cosec aderiscono i genitori e, come cittadini con diritti civili, ognuno ha la sua storia personale e la propria professionalità. Ogni atto del Cosec è il prodotto di un processo decisionale democratico proprio. Il Cosec è aperto a tutti gli operatori scolastici e a tutti i cittadini che sono sensibili e si riconoscono nei nostri obiettivi, quindi invitiamo anche la Cgil e la Cisl a partecipare alle nostre riunioni allargate e assemblee. Tale partecipazione è una libera scelta di ogni organizzazione. Insistere sulla strumentalizzazione dà la misura delle reali intenzioni dell’amministrazione comunale e risulta una strategia stantia, non adeguata all’immagine di contemporaneità che vuole dare questa giunta”.

Mense scolastichePoi il J’accuse più duro, quello sulla tempistica di questi incontri: “Il processo partecipativo è in ritardo, si apre e si chiude in piena festività pasquale. Questa modalità di partecipazione è una messa in scena, puzza di comunicazione istituzionale. E’ una grande operazione di marketing del Comune. La società di consulenza pagata per “facilitare” serve solo per produrre una pubblicazione finale, una comunicazione si efficace per il Comune, pagata dai soldi dei contribuenti, ma non serve per risolvere i veri nodi del problema refezione scolastica e dei servizi educativi comunali. Se il Comune avesse fato partire il processo partecipativo nei tempi giusti e su un piano di trasparenza e di rispetto reciproco poteva risparmiarsi i soldi della consulenza e della successiva pubblicazione che, in tempo di tagli, sarebbe stato un segnale positivo e con risultati certamente più efficaci e condivisi”.

Lo stato di agitazione che avevano annunciato nei giorni scorsi, dunque, va avanti: “La sostanza della partita è ancora in campo- scrivono- Gli interessi ancora girano come avvoltoi sull’appalto mense e sulla (dis)organizzazione dei servizi educativi comunali (…)”. E la partita, dicono dal Co.Se.C è “privatizzare tutto, per fare cassa”. A sostegno dello sciopero che prosegue, ci sono anche i sindacati, i quali sottolineano che “l’assenza di progetti per la promozione, il potenziamento e l’ampliamento dei servizi, confermano quanto era già da tempo intuibile, cioè che l’amministrazione, disattendendo gli impegni presi nei mesi scorsi con atti di giunta e di consiglio, è orientata ad un drastico ridimensionamento dei servizi. Infatti, mentre il Comune riduce l’offerta per i bambini dai 3 ai 6 anni, con la chiusura e la statizzazione di scuole dell’infanzia comunali, parallelamente non assume alcun impegno rispetto all’ampliamento dei servizi per i piccoli da 0 a 3 anni e non prevede alcun percorso partecipativo serio, né per la riorganizzazione né per il potenziamento”. La battaglia, quindi, non è ancora finita. Tutt’altro.

 

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