“Non vi è alcun mistero sui dati dei controlli che abbiamo eseguito negli scorsi anni e nessuno li vuol nascondere. Si tratta di monitoraggi periodici che l’Usl esegue sul territorio e in particolare nelle aree industriali su alimenti di origine animale come uova e latte. Posso però assicurare la popolazione che, in base ai dati in nostro possesso, non è mai stata superata la soglia di pericolo per la salute umana. Non vi è dunque alcun rischio per i consumatori”. Così il direttore dell’Usl Umbria 2, Sandro Fratini, ha replicato all’allarme lanciato ieri da Italia Nostra Terni e WWF Umbria e alla loro richiesta di pubblicazione di tutti i dati relativi a questi monitoraggi.
Oggi i rappresentanti delle due associazioni, Andrea Liberati e Giuseppe Rinaldi, rispondono a Fratini, ribadendo la richiesta di pubblicazione di tutti i dati. In un comunicato congiunto scrivono: “Non sono affatto rassicuranti le parole del direttore generale Usl 2, Sandro Fratini, in merito ai contaminanti negli alimenti a Terni. Vorremmo che Regione e Usl diffondano un report vero, con dati precisi, allevamento per allevamento, come si fa anche altrove”.
Italia Nostra e WWF proseguono: “Sappiamo con certezza che nei prelievi è stata più volte superata la soglia di azione/attenzione pari a 2 picogrammi diossine/grammo di grasso. Fratini parla di ‘non superamento della soglia di pericolo’, lo scalino successivo, ma sappiamo che basta eccedere la soglia di azione/attenzione per riscontrare ricadute significative per la salute umana. Lo sforamento indica che saremmo dinanzi a valori più elevati della norma, con conseguenze anche in termini di bio-accumulo, tanto che l’Unione Europea prescrive una serie di misure straordinarie in merito”.
Alla luce di questi elementi, Liberati e Rinaldi pongono pesanti interrogativi: “Quanto sono elevati tali sforamenti, però? E’ davvero identico il rischio di un bambino e di un adulto dinanzi allo stesso bicchiere di latte contaminato? Quante volte la letteratura medica considera tollerabile per i più piccoli assumere quantità di diossine superiori alla soglia di azione/attenzione? Quanto è vicina la soglia di pericolo? Quante volte si ripete tale criticità nei sondaggi eseguiti? Cosa si ritiene di fare per tornare a una situazione di piena salubrità?”.
In conclusione per Italia Nostra e WWF: “La full disclosure richiesta ieri appare tuttora una chimera, ma confidiamo comunque nel fatto che Regione e Usl pubblichino subito i dati, sia del monitoraggio eseguito nel 2012 che di quello 2013, includendo anche i numeri dei metalli pesanti”.