Terni, dipendenti ospedalieri: ”Grave degrado, letti nei corridoi e spartizione politica di poltrone”

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“La situazione generale all’ospedale di Terni, è in grave degrado. Basta visitare le corsie, per accorgersi dei numerosi letti nei corridoi. E non è un problema estivo dovuto dalle ferie: il problema è già presente da questo inverno ed affonda le sue radici nella insana gestione sanitaria e del personale che viene spremuto fino all’osso, togliendo quei pochi diritti che farebbero lavorare con un minimo di serenità e dignità. Ma se da un lato ci sono infermieri ed ausiliari sommersi di lavoro, dall’altro ce ne sono moltissimi sapientemente imbucati in ufficio, grazie alla visita collegiale che troppo facilmente li ha resi inidonei alla loro mansione”. A dirlo questa volta non è un politico a caccia di voti che cavalca il malcontento. Il j’accuse proviene direttamente dai dipendenti del Santa Maria, dal Comitato Dipendenti Ospedalieri di Terni, formato da 39 persone, tra infermieri, tecnici, impiegati e qualche medico.

Il comitato porta così alla luce “il profondo disagio che serpeggia tra i lavoratori dell’Azienda Ospedaliera di Terni”. Dal comitato non possono essere accettati gli infermieri imbucati negli uffici: “Se da tutta Italia il monito è quello di tagliare gli sprechi e rendere più efficiente la pubblica amministrazione, sarà necessario riportare quegli infermieri ed ausiliari (che a vederli godono di fin troppa buona salute) nei reparti, per evitare carenza di personale e quindi, i letti nei corridoi”.

Ma la strada non sembra essere meritocratica a detta loro: “La direzione dell’Azienda Santa Maria di Terni sta facendo dei tagli lineari, togliendo quei miseri diritti che i lavoratori hanno sempre avuto, ma non va a tagliare i veri sprechi, i veri rami secchi. Duole dirlo ma sta adoperandosi allo stesso modo del governo centrale che mantiene i privilegi dei raccomandati, ma allo stesso tempo incide il muscolo di chi da anni compie il proprio ed onesto dovere”.

Ad esempio, i dipendenti ospedalieri si ritrovano lo stipendio limato a causa di una assurda rigidità di orario. “Da qualche mese – spiegano – è entrato in vigore il nuovo regolamento riguardante l’orario di lavoro. Dal Servizio Professioni Sanitarie, è stata abolita la flessibilità di ingresso ed uscita, che permetteva a chi fa il turno spezzato, di poter entrare qualche minuto prima (o qualche minuto dopo) l’orario di servizio. I lavoratori con prestazione unica giornaliera (8-14 con rientro 15-18) timbrano il cartellino 4 volte al giorno e si espongono facilmente alla perdita di qualche minuto, che poi porta alla decurtazione dello stipendio. La cosa inconcepibile – spiega ancora il comitato – è che mentre gli impiegati afferenti al Dipartimento Amministrativo hanno una flessibilità di mezz’ora sull’orario, gli altri impiegati afferenti al Servizio Professioni Sanitarie, non la hanno”.

I dipendenti ospedalieri risalgono quindi a monte: “La decisione è stata presa dal nuovo responsabile del Servizio Professioni Sanitarie, Mauro Ciculi, che invece di risolvere i gravissimi problemi dei letti nei corridoi, si sta ergendo a severo amministratore dei dipendenti ospedalieri, quando già è presente un Ufficio del Personale, che li dovrebbe gestire. Siccome il nuovo responsabile del S.P.S. è stato scelto d’ufficio dalla direzione dell’Azienda, il Comitato Dipendenti Ospedalieri chiede di effettuare un regolare concorso per la nomina di un dirigente così importante nell’economia dell’ospedale, sottraendosi dalla vergognosa spartizione di poltrone, fatta dalla politica”.

Il comitato tiene infine a specificare di essere apolitico e senza implicazioni sindacali: “Si propone di migliorare con il buonsenso, l’assistenza ai pazienti, rendendo più fluido e corretto il lavoro dei dipendenti, perché solo con l’unione di intenti si può raggiungere un risultato migliore, fatto di benessere del malato e serenità del lavoratore. L’ospedale è un bene di tutta la comunità e come tale deve essere salvaguardato e reso trasparente nella sua funzionalità”.

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