Terni, ex filiale abbandonata, Banca d’Italia risponde a Italia Nostra: edificio potrebbe essere affittato

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Banca d'Italia TerniLo scorso 20 giugno il presidente di Italia Nostra Terni, Andrea Liberati, aveva scritto al direttorio e al servizio Immobili della Banca d’Italia richiedendo ufficialmente che l’Ente si attivasse per trovare un acquirente o un locatario per l’ex filiale di Terni, ormai vuota da cinque anni. Dopo un paio di settimane è arrivata la risposta da parte del capo del dipartimento Immobili e appalti, Nunzio Minichiello. Nella missiva il dirigente della Banca d’Italia sostiene che l’edificio di piazza Tacito non si trovi in uno stato di degrado e che “la locazione rientra nel novero delle alternative oggetto di valutazione”.

LA LETTERA La lettera inviata dal presidente di Italia Nostra Terni, Andrea Liberati:

Oggetto: chiusura della filiale Banca d’Italia di Terni. Cinque anni di abbandono e degrado. Richiesta ufficiale di intervento.

Illustre Signor Governatore,

gentili dirigenti del Direttorio e del Servizio Immobili,

da cinque anni la ex filiale ternana della Banca d’Italia è sigillata. E tutt’attorno cresce il degrado.

Come è noto, a seguito delle misure assunte dall’allora governatore Mario Draghi, numerose sedi provinciali sono state chiuse e i relativi immobili posti sul mercato, invero tardivamente rispetto alla crisi finanziaria che, esplosa negli Stati Uniti, stava già contaminando l’Europa e l’Italia.

Il risultato è che pochissimi edifici sono stati fin qui liquidati. Allo stesso modo quello di Terni, immobile dichiarato di interesse culturale ai sensi del D. Lgs. 42/2004, è tuttora invenduto.

Al di là dei primi brani cadenti delle aree intonacate della struttura, si registra un nocumento crescente e plateale nel perimetro esterno al complesso, in un’atmosfera di forte abbandono.

Come si comprenderà, dopo il danno non solo di natura economica subito con la chiusura della locale filiale e il trasferimento altrove di 22 famiglie, dopo l’ovvio incremento dei costi per i servizi alla comunità, la città di Terni vorrebbe ora evitare ulteriori spiacevoli conseguenze su altri piani.

Poiché non si hanno notizie in merito a concrete trattative per l’alienazione della suddetta ex filiale, considerando che tra meno di un anno scade il contratto siglato tra la Banca d’Italia e l’advisor Colliers International Italia-EXITone, con la presente l’associazione ‘Italia Nostra’ chiede formalmente a Banca d’Italia, visto anche il ruolo pubblicistico ad essa assegnato, di interpellare in via preventiva, conformemente ai più tradizionali criteri di cortesia interistituzionale, la stessa Amministrazione comunale di Terni onde apprezzarne il possibile interessamento a un immobile il cui valore andrà aggiornato alle mutate condizioni di mercato; in subordine, di verificare l’opportunità di cederlo in locazione a privati, così conseguendo immediate utilità economiche e, indirettamente, contribuendo a ravvivare quella parte della piazza che oggi langue. Peraltro Banca d’Italia da tempo già loca alcune sue proprietà, come dimostrano i dati snocciolati nel sito ufficiale, bancaditalia.it/bancaditalia/immobili/immobili/Immobili-concessi-in-locazione.pdf. I canoni per l’affitto della sola sede di Terni ammonterebbero a centinaia di migliaia di euro. Ogni anno.

Diversamente, pur nel rispetto dell’autonomia della Banca d’Italia, la scrivente associazione intraprenderà più incisive misure in sede anche nazionale, unitamente ad altre entità del mondo culturale e istituzionale.

Cordialità”.

LA RISPOSTA La risposta del capo del dipartimento Immobili e appalti della Banca d’Italia, Nunzio Minichiello:

“Egregio dottore,

con una recente lettera, lei ha espresso talune considerazioni sulla situazione dell’edificio già sede della Filiale di Terni della Banca d’Italia e formulato proposte su possibili utilizzi dell’immobile.

Alcuni chiarimenti e precisazioni credo siano opportuni per meglio inquadrare la vicenda. Per la dismissione del patrimonio immobiliare di pertinenza delle Filiali non più operative, la Banca ha fatto ricorso a procedure che assicurassero piena trasparenza e rigoroso rispetto della legalità. Un advisor, selezionato a seguito di una gara, ha assistito l’Istituto nell’intero processo; i tentativi di vendita sono stati svolti con sistemi di asta pubblica, così da garantire la completa conoscenza di ogni passaggio dell’iter amministrativo e la par condicio tra tutti i partecipanti. In una situazione del mercato immobiliare estremamente difficile, alcuni immobili sono già stati alienati, per altri le operazioni sono in corso di perfezionamento.

Nel corso del tempo, massima cura è stata comunque prestata alla conservazione in buono stato e alla manutenzione di tutti gli edifici interessati. Mensilmente sono effettuati sopralluoghi per verificare lo stato delle infrastrutture civili e degli impianti; eventuali interventi correttivi, quando necessari, sono attuati immediatamente. I controlli che svolgiamo con cadenza regolare ci consentono di concludere che lo stabile di Terni e il suo perimetro esterno non si trovano in uno stato di degrado e di abbandono.

Alla luce della situazione di mercato, attuale e di prospettiva, si stanno ora valutando diverse soluzioni sulle destinazioni del patrimonio immobiliare tuttora nella disponibilità della Banca; la locazione rientra nel novero delle alternative oggetto di valutazione. Non appena possibile, provvederò ad aggiornarla sugli orientamenti dell’Istituto sullo stabile di Terni.

Con i migliori saluti”.

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