Fatture gonfiate e sponsorizzazioni truccate di associazioni sportive, fondi neri e frode fiscale: 15 attività di Terni sono finite nel mirino della Guardia di Finanza. Di queste, 4 associazioni sportive dilettantistiche – una di basket e 3 calcistiche – emettevano false fatturazioni per prestazioni pubblicitarie sovrafatturate o del tutto inesistenti, le altre 11 società le registravano in contabilità per crearsi costi inesistenti ed abbassare l’utile.
Si tratta di un “modus operandi” ormai collaudato, ma ormai difficile da mascherare. In particolare sono le cifre esagerate che portano all’individuazione della frode. In questo caso, a seguito dell’esame dei documenti fiscali, la guardia di finanza ha contestato false fatturazioni per un importo di circa 1.100.000 euro emesse da sole 3 associazioni sportive per sponsorizzazioni e pubblicità “offerte” su improbabili campetti di periferia. Ad un’altra associazione, invece, sono stati constatati ricavi non dichiarati ammontanti a circa 1.200.000 euro ed un’I.V.A. dovuta per 140.000 euro.
Il meccanismo accertato prevedeva, nella maggior parte dei casi, l’effettivo pagamento di un corrispettivo da parte delle società che usufruivano della vera o presunta prestazione pubblicitaria tramite bonifici o assegni bancari. Soldi che venivano poi loro restituiti dai titolari o rappresentanti delle società dilettantistiche sportive i quali dopo pochi giorni si recavano presso il proprio sportello bancario per prelevare consistenti somme “in contanti” da restituire al mittente originario trattenendo per loro l’importo dell’I.V.A. più una piccola percentuale per il “disturbo”. Successivamente le società annotavano in contabilità le fatture per operazioni inesistenti al fine di abbattere la base imponibile, ovvero l’utile, e pagare minori imposte mentre sul versante opposto, le associazioni sportive dilettantistiche si “dimenticavano” non solo di pagare le tasse, ma anche di presentare le previste dichiarazioni ai fini IVA e II.DD assumendo, pertanto, la qualifica di evasore totale.
Le indagini della Finanza, durate circa un anno, ha portato al recupero complessivo di una base imponibile di 2.300.000 euro ai fini delle Imposte sui Redditi e 365.000 euro di I.V.A. dovuta. I rappresentanti, di diritto e di fatto delle associazioni sportive dilettantistiche sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Terni per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti mentre i legali rappresentanti delle altre 11 società sono stati segnalati per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti.