Chiusa la vicenda giudiziaria sulle “polveri di Prisciano”, da anni al centro delle proteste degli stessi residenti e finita più volte all’attenzione di media nazionali (il Tg3 aveva paragonato la situazione a quella di Taranto mentre il Corriere della Sera aveva parlato di “neve che uccide”). Oggi infatti il gip del tribunale di Terni ha disposto l’archiviazione dell’indagine a carico di un dirigente dell’Ilserv, per i reati di getto pericoloso di cose e disastro ambientale.
I residui delle lavorazioni dell’acciaieria che si depositano su auto, balconi e terreni della zona imbiancando tutto sono quindi a norma di legge.
A chiedere il provvedimento di archiviazione era stato lo stesso pm titolare dell’inchiesta, Raffaele Pesiri, mentre i legali della sessantina di famiglie residenti a Prisciano costituite parte civile (con gli avvocati Loris Mattrella, Francesca Carcascio, Federica Sabbatucci e Antonella Dello Stritto) avevano presentato opposizione al provvedimento. Per il giudice mancano responsabilità oggettive da parte dell’azienda a cui è affidato lo smaltimento delle scorie dell’acciaieria e non sussisterebbero pericoli per l’incolumità pubblica.
La decisione di oggi è arrivata al termine dell’incidente probatorio – disposto precedentemente dal gip Maurizio Santoloci scomparso prematuramente lo scorso gennaio – affidato a tre tecnici per esaminare la natura delle polveri. L’indagine era stata aperta nel 2013 a seguito di un esposto presentato dai residenti.
Pingback: Terni, Rainone: "Diritto alla salute non tutelato, città invivibile"()