Prosegue l’acceso dibattito sulla legalità nella città di Terni. Tutto è iniziato dalle parole del pm Elisabetta Massini che, nel corso di un incontro con gli studenti di un liceo, ha sollevato preoccupazioni. Sono poi arrivate le repliche del sindaco Leopoldo Di Girolamo e dell’assessore alla Cultura, Giorgio Armillei. Oggi il Movimento 5 Stelle replica a quest’ultimo, sostenendo che le sue siano “dichiarazioni di inaudita gravità” ed accusandolo di non essersi accorto di quanto stava accadendo nella Diocesi di Terni pur avendo intrattenuto rapporti personali con i personaggi poi coinvolti nell’inchiesta sul buco milionario.
Il comunicato del Movimento 5 Stelle di Terni:
“La sortita natalizia dell’assessore Armillei stupisce solo chi non lo conosce. Quando questi teorizzava a mons. Vincenzo Paglia la c.d. poliarchia quale forma di cogestione del potere-essendo fortemente legato al vecchio vescovo- Armillei, pur frequentando il Duomo, non si accorgeva minimamente delle ruberie che avvenivano lì dentro, fino all’esito catastrofico scoperto, guarda caso, da quella Elisabetta Massini che egli attacca. Allo stesso modo, in tanta inadeguatezza, in tanta miopia, è presumibile che anche oggi Armillei non veda affatto le infiltrazioni mafiose che si insinuano ovunque a Terni, segnalate a più riprese pure in atti parlamentari. Questo attacco irrituale a un magistrato in prima linea tradisce dunque il malessere proprio per l’operato di un procuratore che non ha guardato in faccia a nessuno e che certamente non è stato commensale di soggetti indagati o processati.
La pretesa meta-giudiziaria e post-penalistica di Armillei è tanto più grottesca alla luce di alcune grosse amnesie: l’assessore non può dimenticare che questa è la città in cui proprio la Magistratura ha bloccato la deriva di una ConfCommercio talmente abusata da determinarne poi il commissariamento, quella di un patrono trattato come al mercatino del mercoledì da politici e personaggi vari in cerca d’autore, la città dell’inceneritore alla superdiossina o della gestione ‘allegra’ dei metalli pesanti Thyssen nel fiume, la città del primario beccato ‘col sorcio in bocca’ e di tanti altri episodi tutt’altro che edificanti.
Pensare che, con tanta dozzinalità di base, Armillei oggi rappresenti la cultura a Terni fa sorridere, da un lato; fa tremare le vene, dall’altro. Come M5S sottolineamo l’inaudita gravità delle dichiarazioni con le quali si pretende che i pm si tacciano anche se interpellati in occasioni pubbliche di dibattito e sollecitiamo la Magistratura a proseguire nell’azione di risanamento necessaria a una città viceversa messa in ginocchio da una criminalità non di rado in doppiopetto. Criminalità da colpire sistematicamente e senza pietà, checché ne dicano sindaco, assessore e tutti coloro che non amano il ‘protagonismo’ della giustizia, specie quando si accinge a toccare i santuari del potere”.