Terni, mense scolastiche, battaglia tra partiti, genitori si mobilitano

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palazzo spadaLa scorsa settimana era esploso il caso delle mense scolastiche. Dopo la seduta del Consiglio comunale – a cui avevano partecipato molti genitori – nel corso del quale era mancato il numero legale, sono arrivate le prese di posizione di quasi tutti i partiti politici. Gli stessi genitori si sono organizzati in un comitato e in settimana hanno spiegato le loro ragioni.

LA POLEMICA In breve, la polemica verte sui pasti destinati agli scolari: da una parte – genitori, M5S, FdI, Rs, Sel – chi vuole mantenere le cucine nelle scuole così da preparare i pasti in loco, dall’altra – il Pd – chi sostiene che sia necessario razionalizzare e quindi ridurre il numero delle cucine nelle scuole ed esternalizzare almeno parte del servizio.

LE POSIZIONI In estrema sintesi, il Movimento 5 Stelle chiede che sia “garantito il mantenimento delle cucine in loco e ci si impegni al ripristino laddove siano state dismesse”. Il Comitato genitori Servizi educativi comunali (Cosec) parla di “progressivo smantellamento del servizio scolastico comunale” direttamente voluto e attuato dall’amministrazione comunale. Il Pd sostiene la necessità della “sostenibilità economica” riducendo i centri di cottura (chiudendo alcune delle cucine nelle scuole) pur mantenendo elevata la qualità dei cibi attraverso la “filiera corta” e il “chilometri zero”. Rinascita Socialista ritiene che ci sia una contraddizione nella posizione del Pd poiché “il Centro Unico di Cucina appaltato all’esterno, magari a qualche cooperativa già fortemente presente in questo settore, è la negazione della ‘filiera corta’ e del ‘chilometro zero'”. Secondo Fratelli d’Italia gli esponenti della maggioranza “si stavano precipitando quatti quatti a smantellare le singole cucine interne alle scuole e affidare la preparazione esterna e centralizzata dei pasti alla solita cooperativa”. Sel ricorda come nel programma elettorale del sindaco fosse contemplata la cucina dei pasti nelle scuole.

Tutti gli interventi integrali riportati in ordine cronologico:

M5S Nota del gruppo consiliare M5S:

“Quando i cittadini cercano qualcuno che porti la loro voce nelle istituzioni, troveranno le porte spalancate nel M5S.

È per questo che abbiamo fatto nostro l’atto di indirizzo del comitato dei genitori che punta a garantire il mantenimento delle cucine all’interno delle scuole con preparazione dei pasti in loco ed il loro ripristino nelle scuole dove, ad oggi esiste un servizio di refezione esterna.

Il M5S condivide in pieno le preoccupazioni di chi affida i propri figli ai servizi scolastici comunali e chiede che vengano garantiti i diritti fondamentali, in primo luogo quello alla salute, attraverso un servizio che rispetti quei requisiti minimi di igiene e di adeguati standard qualitativi.

Abbiamo fatto nostro questo atto senza esitazione, perché non abbiamo le mani legate da nessun altro interesse che sia quello di tutelare i cittadini che rappresentiamo nelle istituzioni.

Un atto chiaro e deciso che ha mandato nel panico la gran parte dei consiglieri di maggioranza a cominciare da quelli del PD che hanno subito contrapposto un documento a firma Pennoni, Narciso, Bencivenga che null’altro sarebbe se non il classico atto tronfio di tante belle speranze scritte in politichese stretto, mirato ad “intortare” il comitato dei genitori, i cui membri assistevano disorientati da fuori l’emiciclo dei banchi del consiglio comunale. A Forza Italia che prima traccheggia in attesa di indicazioni dall’alto poi la butta in caciara proponendo un atto sulle esternalizzazioni teso a mischiare le carte in tavola e che lascia comunque aperta la porta a future dismissioni dei servizi di mensa interni.

Sta di fatto che con estrema scaltrezza, il dibattito è stato spostato da quello che era il nodo fondamentale delle richieste dei genitori e che il Movimento 5 Stelle intende riportare al centro della discussione: venga garantito il mantenimento delle cucine in loco e ci si impegni al ripristino laddove siano state dismesse, e (che sia ben chiaro) l’amministrazione si astenga dal compiere qualsiasi atto unilateralmente prima che il Consiglio comunale, dopo aver attivato tutti gli strumenti partecipativi con le parti in causa, possa fornire indirizzi in merito.

Per questo non esistono vie di mezzo, e nel rispetto dei cittadini e dei comitati, tutte le forze politiche hanno il dovere di esprimersi nel merito, prendendosi ognuno la responsabilità politica delle proprie scelte, senza ricorrere ai classici “mezzucci” a cui siamo soliti assistere, per adulterare la realtà dei fatti e giustificare l’ingiustificabile”.

COSEC Nota del Comitato genitori Servizi educativi comunali:

“In questi giorni la nostra città sta assistendo all’ennesimo atto di un progressivo smantellamento del servizio scolastico comunale, da parte dell’amministrazione. Il destino delle mense scolastiche gestite dal comune è appeso ad un filo: oltre all’esternalizzazione del servizio si prospetta una chiusura delle strutture, per dar spazio a pasti precotti e confezionati da fuori.

Non solo il peggioramento della qualità è fuori da ogni dubbio, ma il silenzio con cui si è cercato di portare avanti tale operazione e la commedia con la quale si è rinviata la discussione in consiglio, di un atto proposto dai genitori a garanzia della partecipazione degli stessi sui contenuti del futuro bando, ci consegnano un quadro alquanto desolante delle politiche messe in campo da questa amministrazione, a tutela dei servizi per i nostri bambini. Infatti questa vicenda, è solo l’ultima di una lunga serie che rende evidente l’operazione di depotenziamento, sancita con delibera n. 269 del 7/08/2015, che l’amministrazione sta attuando nei confronti dei servizi educativi comunali.

Che fine faranno le scuole dell’infanzia di Campitello e Aula Verde? Ed i servizi Casa d’Alice e Pollicino gestiti dalla cooperativa ACTL? L’attivazione di sezioni ridotte per l’anno scolastico in corso, con la scusa del pensionamento di alcuni insegnanti e di una impossibilità economica per l’avvicendamento, solo apparente vista la mala gestione delle risorse comunali, è solo il preludio alla concreta possibilità che tali strutture vengano dismesse. Sembra quasi di assistere ad una pericolosa ‘roulette russa’, dove ogni genitore debba augurarsi che il prossimo giro, non tocchi la scuola dei propri figli.

Nel caso della scuola di Campitello, l’ufficio scolastico, a ridosso del ferragosto 2015 ha contattato i genitori chiedendo la loro opinione riguardo la riduzione di orario a 6 ore giornaliere, omettendo di specificare che se ci fossero state rinunce e si fosse scesi sotto ai 12 bambini iscritti, la scuola sarebbe stata chiusa già da settembre. Ad oggi non c’è alcuna certezza sul futuro della scuola, e a chi si reca a chiedere informazioni per iscrivere i propri figli non viene data risposta alcuna.

E che dire del caso dell’Aula Verde? I sui laboratori di educazione ambientale che rappresentano un patrimonio per tutte le scuole dell’infanzia che vi svolgono attività, dopo essere stati depotenziati a seguito del trasferimento di una classe della Montessori; si prospetta l’intenzione di una futura chiusura dell’intero corso didattico, per dar spazio alle restanti sezioni di tale Scuola. Proprio come già un anno fa i genitori dei bambini avevano prospettato! Del resto, troviamo ulteriore conferma di ciò, nel piano di riqualificazione approvato dalla Giunta Comunale per la struttura B. Brin: non solo non sono state perseguite valide alternative per una diversa collocazione dell’Aula Verde, ma si rende sempre più evidente l’intenzione di portare a un naturale esaurimento le sezioni del corso didattico. Altro non potremmo pensare, visto che già quest’anno ci si è limitati ad accettare 24 iscrizioni per il corso dell’Aula Verde, a fronte delle superiori richieste di accesso da parte dell’utenza, che avrebbero consentito di formare un ulteriore sezione. Tutt’altro criterio è stato attuato nell’inserimento della sezione Montessori, che a fronte delle preannunciate 24 iscrizioni, ha formato una classe di soli 18 bambini, numero minimo necessario, usufruendo dell’apporto di ben sette anticipatari, a fronte del massimo previsto di tre.

Tutto questo, unito ad altri innumerevoli disservizi, come per la manutenzione ordinaria e il trasporto scolastico, che vanno sempre più aggravando il funzionamento delle scuole comunali per l’infanzia; ci fa ben intendere quale sia il piano di azione di questa amministrazione: procedere ad un progressivo smantellamento del servizio scolastico pubblico, come già in corso per altre tipologie di servizi essenziali, in nome di tagli che tanto a livello nazionale, quanto locale, ricadono sulle spalle di famiglie già messe a dura prova.

Dinanzi a tale vergognoso scempio, innumerevoli genitori hanno deciso di organizzarsi ed agire, per impedire che il diritto dell’infanzia a un adeguato servizio scolastico pubblico, venga meno nella nostra città. Per questo, annunciamo di aver costituito il Comitato Servizi Educativi Comunali (Co.S.E.C), quale punto di incontro, confronto e organizzazione delle nostre lotte; il nostro obiettivo è quello di unire le diverse problematiche delle scuole dell’infanzia per mobilitarci insieme, al fine di scuotere una dolente amministrazione, che si dimostra ipocrita e indifferente alle naturali richieste di rispetto dei diritti dei nostri bambini.

Il nostro primo appuntamento, lo lanciamo con un appello a partecipare per lunedì 21 dicembre alle 15:00, presso il Consiglio Comunale, a sostegno dell’ampio fronte di genitori delle scuole pubbliche, che si sta battendo affinché venga discusso il diritto alla partecipazione e alla tutela dei propri figli, nel servizio di gestione delle mense scolastiche comunali. Facciamo sentire la nostra voce e quella dei nostri bambini!”.

PD Nota del segretario comunale del Pd Jonathan Monti:

“Sul futuro della refezione scolastica nella nostra città, così come su ogni altra vicenda, ogni forza politica ha il dovere di evidenziare con chiarezza la propria posizione, mettendo al centro la cosa più importante, ovvero la qualità del cibo da dare ai nostri bambini.

Non può e non deve esserci spazio per polemiche e bassezze che qualificano soltanto chi le promuove, perché come sempre è accaduto nella storia, chi più urla come fanno i tuttologi di una parte della minoranza in consiglio comunale, è colui che ha paura del confronto democratico sul merito delle vicende, perché sa che su quello per loro non c’è partita.

Per carità, capiamo il terrore di chi ha perso le ultime tre elezioni di fila e non facendosene una ragione è costretto a passare la giornata a cercare disperatamente la polemica di turno in attesa che arrivi la quarta sconfitta. Ma sulla salute dei bambini, cioè dei nostri figli, nipotini, fratellini o sorelline, non possiamo permetterci il lusso di giocare alla polemica. Possiamo litigare su tutto, siamo pronti, ma su questo proprio no, sulla salute dei bambini non si scherza.

Stiamo ai fatti, e non alle chiacchiere: l’elevato livello della qualità delle mense a Terni, è l’elemento che il Partito Democratico e le sue rappresentanze istituzionali intendono continuare a garantire, e se possibile a migliorare. Lo possiamo fare sul serio, promuovendo in maniera esplicita già nel prossimo bando la scelta di individuare il cibo utilizzando una ‘filiera corta’ con una produzione a ‘chilometri zero’. Insieme all’utilizzo di prodotti biologici, alla certificazione del cibo e della sua provenienza, questi due ulteriori requisiti garantirebbero tre aspetti importantissimi.

I nostri bambini mangerebbero nelle mense scolastiche cibo proveniente dai produttori delle nostre campagne, cioè lo stesso cibo genuino che molto probabilmente i genitori gli fanno mangiare a casa propria, e questo contribuirebbe anche a promuovere l’educazione alimentare dei bambini.

Il ‘chilometri zero’, oltre alla qualità, garantirebbe anche un minor inquinamento dovuto a minori costi economici e ambientali per il trasporto del cibo. La ‘filiera corta’ diminuirebbe i passaggi tra il produttore del cibo ed il consumatore, aumentando in maniera evidente la riconoscibilità e la provenienza del prodotto.

Accanto alla qualità del cibo che è la nostra stella polare, c’è anche l’aspetto della sostenibilità dei costi, per raggiungere l’obiettivo di elevati standard di servizio e qualità. Chi ambisce a rappresentare i cittadini, ha il compito di non prenderli in giro facendo promesse irrealizzabili, ma piuttosto di dire loro le cose come stanno, e di partecipare insieme a loro le scelte più giuste.

È vero, è aperta una discussione sul tema del numero dei centri di cottura della nostra città. È aperta perché tante realtà umbre e nazionali, anche molto più grandi della nostra città, da anni hanno fatto la scelta del centro unico di cottura cittadino, diminuendo di molto i costi e lasciando invariata la qualità del cibo; anche in città nelle quali i pasti giornalieri sono oltre 25.000, e non 3.500 come a Terni, ovvero 7 volte di più.

È aperta perché il costo per i genitori di ogni pasto a Terni è di poco più di 3 euro, molto più basso di tante altre città, vedi Perugia e Parma dove chi governa ha ridotto i centri di cottura ed esternalizzato il sevizio.

La sostenibilità economica delle attività comunali è oggi un parametro necessario; e anche doveroso nei confronti dei cittadini che rappresentiamo, perché da loro siamo stati delegati a compiere le scelte dando all’ente che amministriamo lo stesso valore che diamo alle nostre cose personali.

La logica del buon padre di famiglia deve valere per la qualità del cibo che diamo nelle mense ai bambini, e contemporaneamente anche per la sostenibilità economica del livello sia del servizio che della qualità stessa. Per questo riteniamo necessario che l’amministrazione comunale prosegua e rafforzi un percorso di partecipazione tra comune, enti preposti al controllo della qualità del cibo, e genitori.

Come PD ci impegniamo affinché da questo percorso esca la chiara indicazione di rafforzare ulteriormente gli standard qualitativi del cibo, puntando su prodotti biologici, certificazioni, filiera corta e chilometri zero, come parametri principali e intoccabili, per un futuro sano dei bambini al fianco dei loro genitori.

La sostenibilità economica del servizio dovrà essere assolutamente garantita facendo una scelta discussa e partecipata; essa è legata sia alla scelta sul mantenimento del numero dei centri di cottura, sulla loro riduzione ad uno o ad un numero intermedio; sia all’esternalizzazione completa del servizio o meno; sia alla propensione dei genitori a contribuire al mantenimento ed al rafforzamento della qualità del cibo per i propri figli, valutando la loro disponibilità ad una riparametrazione del costo del pasto a quello medio delle altre città.

Alta qualità e sostenibilità economica possono andare di pari passo. Ci lavoriamo tutti insieme, istituzioni, politica e genitori? Il PD è a disposizione, le istituzioni da noi governate sono la casa di tutti i cittadini. Se ciascuno ci metterà del suo, faremo cosa utile per la salute e la crescita dei nostri bambini”.

COSEC Lettera del Cosec inviata al sindaco, alla Giunta e al Consiglio:

“L’utenza tutta dei Servizi Educativi Comunali, per tramite del neo-costituito Comitato Servizi Educativi Comunali, nato dalla necessità di dare una svolta qualitativa alle azioni dei singoli e andando oltre le problematiche di ciascun servizio e affrontando un’unica grande questione prioritaria, che è quella dello smantellamento degli stessi servizi, relativamente alle criticità emerse in relazione al tema della refezione scolastica, tiene a precisare quanto segue:

1. ribadiamo quanto comunicato verbalmente, da alcuni nostri rappresentanti (Aula Verde, Campitello, Centro Infanzia Gisa Giani, Trebisonda), al consigliere Michele Pennoni in data 14/12/2015 e cioè, apprezzando lo sforzo e l’impegno dello stesso nel presentare un atto di indirizzo su cui far convergere i consiglieri di maggioranza, ciò non di meno ci siamo trovati a CONSTATARE LA TOTALE INSUSSISTENZA dell’atto stesso in relazione a reali vincoli di cui l’amministrazione voglia concretamente farsi carico, per tutelare le cucine in loco tuttora esistenti. Dall’atto si evince piuttosto una volontà, già ben nota all’utenza, di lasciare margini di manovra per continuare a smontare pezzo dopo pezzo quel che resta dei servizi stessi;

2. ribadiamo che la VOLONTÀ DELL’UTENZA dei servizi educativi comunali è espressa in forma chiara e completa dall’atto di indirizzo ‘Servizio di refezione scolastica, coinvolgimento del Consiglio Comunale e dei comitati dei genitori nei processi decisionali dei criteri di gestione del servizio’ prot. n. 169420 del 15/12/2015;

3. in data 15/12/2015 si teneva un incontro a cui venivano invitati tutti i rappresentanti delle scuole, comunali e statali, per dibattere sulla tematica della refezione scolastica. Allo stesso partecipavano circa 10 rappresentanti, tra cui quelli dei servizi comunali Aula Verde, Campitello e Grillo Parlante. Si decideva in quella sede di redigere ed inviare verbale dell’incontro, tenutosi in data 10/12/2015, con l’Assessore Carla Riccardi e RIBADIRE contestualmente il favore dell’utenza per il pasto ‘cotto e mangiato’;

4. in relazione al documento protocollato in data 18/12/2015 ed avente per oggetto ‘Servizio di ristorazione scolastica. Prospettive future del servizio. Richiesta di partecipazione’, auspichiamo che NESSUNO abbia ad utilizzare quanto in esso riportato in maniera strumentale indugiando in interpretazioni forzate, visto che la volontà dell’utenza è stata espressa, come già specificato, dall’atto di indirizzo ‘Servizio di refezione scolastica, coinvolgimento del Consiglio Comunale e dei comitati dei genitori nei processi decisionali dei criteri di gestione del servizio’ prot. n. 169420 del 15/12/2015;

5. in data 17/12/2015 si teneva l’assemblea plenaria dei rappresentanti dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali, nel corso del quale veniva costituito il Comitato Servizi Educativi Comunali, per brevità Co.SEC, ed in cui venivano dibattuti i punti precedenti, confermato e sottoscritto in toto quanto in essi contenuto.

FORZA ITALIA Nota di Forza Italia:

“Caro Jonathan Monti, Forza Italia è pronta a lavorare assieme alle istituzioni cittadine, alle altre forze politiche e ai genitori per migliorare sensibilmente la qualità della refezione scolastica, sia per quanto riguarda la bontà del cibo, sia per quel che concerne il miglioramento dei costi economici. Del resto il movimento forzista è sempre stato particolarmente sensibile a questo tema, dedicando ad esso, ed in tempi non sospetti, anche un atto d’indirizzo. Il ventaglio di possibili soluzioni da adottare è ampio e ciascuna opzione finale è meritevole di analisi: dal mantenimento dei centri di cottura nei singoli plessi scolastici fino alla possibile esternalizzazione del servizio. Insomma, come ha correttamente sostenuto il segretario comunale del Pd: prima la sicurezza dei prodotti commestibili e poi l’economicità della prestazione.

Ciò detto però, Forza Italia tiene a sottolineare due aspetti. Il primo. In attesa di interagire con tutte le altre forze sociali della città è opportuno, in questa fase di consultazione, preservare lo status quo, in maniera che non vengano percepiti messaggi distorti in merito a ipotetiche scelte preconfezionate che aspetterebbero solamente la legittimazione ufficiale.

Secondo. Prima di parlare di ‘chilometro zero’, come chiave di volta per ottenere maggiore qualità a tavola, è opportuno, anche qui, svolgere un’approfondita disamina. Di certo il ‘chilometro zero’ rende la dieta meno varia e non più ricca. Si spera vivamente di non dover tornare ai tempi in cui i manifesti recitavano slogan di simil tenore: ‘A terre italiane concimi e macchine italiane’. Ergo, l’autarchia italica fortunatamente è terminata. Se il cibo è davvero cultura (ed è così), è anche doveroso ricordare come la cultura implichi il confronto e l’interazione con l’altro, e, di conseguenza, la sua conoscenza. Ed il tutto è possibile senza per questo intaccare minimamente l’eccellenza del cibo che andrà ai piccoli ternani. Basta volerlo”.

RS RDL La nota di Andrea Fabbri di Rinascita Socialista Rdl:

“L’agricoltura e l’allevamento incidono per il 2% sul Pil della provincia di Terni e per il 3% sul Pil dell’Umbria (fonte: Rapporto sull’economia dell’Umbria, Banca d’Italia – maggio 2015 presentato all’UniPg il 19 maggio 2015).

Ritengo tale premessa necessaria per discutere di ‘filiera corta’ e di ‘chilometro zero’ in riferimento al dibattito aperto a Terni sulla refezione scolastica proprio perché, come afferma il segretario del PD, sulla salute dei bambini che mangiano nelle nostre scuole non si può scherzare. Ma non si può nemmeno fare speculazione politica.

I genitori hanno il diritto e il dovere di preoccuparsi della salute dei loro figli, e forze politiche responsabili dovrebbero sentirsi in obbligo di coinvolgere gli stessi genitori in ogni processo decisionale che porti la pubblica amministrazione all’assunzione di determinazioni interessanti i bambini.

Piuttosto che arroccarsi su posizioni di superiorità, dunque, il maggior partito di governo della città dovrebbe dare prova di questa responsabilità e aprire un tavolo un discussione aperto e permanente proprio con i genitori dal quale, probabilmente, emergerebbe che il nodo qualità delle mense e i principi del chilometro zero e della filiera corta non si scioglie e non si affermano con l’ipotesi del CENTRO UNICO DI COTTURA appaltato all’esterno, magari a qualche cooperativa già fortemente presente in questo settore.

Il Centro Unico di Cucina appaltato all’esterno è la negazione della “filiera corta” e del “chilometro zero, in quanto un centro unico di cucina presuppone la preparazione di un notevole numero di pasti attraverso una razionalizzazione dei processi di produzione e dei costi, che a sua volta impone acquisti di materie prime in maniera massiva e non certo selezionata dal singolo coltivatore diretto che ha il piccolo orto a Piedimonte o il piccolo allevamento a… A ?

Ciò è tanto più vero, credo, se il centro unico di cucina dovesse essere appaltato all’esterno a un soggetto che già gestisce altre mense, in città e/o fuori città. Grandi ordini significa abbattimento dei costi e quindi possibilità di mantenere il costo mensa abbordabile per le famiglie. Non va dimenticato, infatti, che nella esternalizzazione del servizio si devono fare i conti con la necessità di business del soggetto gestore. A Terni, o nella provincia di Terni, per rispettare il “chilometro zero”, esistono realtà produttive in grado di assecondare con costanza una così forte domanda?

La vera distanza che il PD dovrebbe accorciare è quella con i cittadini delle città che amministra: sia coerente con le sue parole e coinvolga i genitori (magari non solo quelli che lavorano per le amministrazioni che comanda) in ogni singola fase dell’ammodernamento delle gestioni pubbliche comunque indispensabile e indifferibile”.

CECCONI La nota del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi:

“Sulla questione delle mense scolastiche, la giunta e i vertici del PD ternano si comportano come quello che è stato beccato con le mani nel barattolo della marmellata e allora, per salvare la faccia, si precipita a dire che, per carità, a lui piacciono pure la crema o la nutella.

La verità è che, come sempre, per la giunta e per i vertici del PD ternano è più importante il “chi” che il “che cosa”: ed è per questo che si stavano precipitando quatti quatti a smantellare le singole cucine interne alle scuole e affidare la preparazione esterna e centralizzata dei pasti alla solita cooperativa.

La verità è che, come sempre, la giunta e i vertici del partito di governo affogano ancora una volta nella loro stessa incapacità di governare: e, anche per le mense come per tante altre faccende (dalla gestione dei parcheggi a quella delle multe o al Briccialdi), arrivano a ridosso di una scadenza prevista e programmabile da anni e l’unica cosa che sanno fare è improvvisare soluzioni-ponte pasticciate e poco trasparenti.

Adesso il segretario del PD cittadino nonché consigliere comunale Jonathan Monti ci viene a dire che a lui, per carità, oltre alla marmellata (l’esternalizzazione a beneficio della solita cooperativa) può andare bene anche la crema o la nutella, mostrandosi tardivamente possibilista rispetto a qualunque soluzione. E si improvvisa nutrizionista proponendo soluzioni improbabili per non dire risibili, come nel caso dei cibi a chilometro zero: criterio che non solo non garantirebbe ai bambini quegli alimenti (dal pesce a certi tipi di frutta e via dicendo) che invece sono obbligatoriamente previsti nella loro dieta settimanale, ma soprattutto porterebbe nel piatto dei bambini ternani prodotti direttamente provenienti da quella “terra dei fuochi” terra-cielo che ormai è diventata la conca ternana…

La verità è che in corso un processo di smantellamento di questi servizi, che passa dal personale e arriva fino alle cucine.

Eppure, per garantire ed anzi riestendere la preparazione interna dei pasti – soluzione per la quale ci battiamo e ci batteremo fino all’ultimo – ci sarebbe un modo semplice semplice. Razionalizzare una buona volta la pianta organica di Palazzo Spada e attivare percorsi virtuosi di mobilità interna indirizzati al personale in esodo dalla Provincia: per riqualificare professionalità magari ormai inutili o sovrabbondanti e recuperare operatori che possano prendersi cura davvero, scuola per scuola, della salute alimentare dei nostri bambini”.

SEL Questa la nota di Sel Terni:

“’Nella nostra realtà il servizio di refezione scolastica si caratterizza per avere quasi tutte le cucine all’interno delle singole scuole, producendo e distribuendo in loco circa 4000 pasti al giorno:  dove si mangia tutti i giorni i pasti vengono preparati in loco. Le ‘Cuoche a KM 0′ garantiscono ogni giorno grande qualità, attraverso l’uso di alimenti biologici e di stagione, e sempre il più diffuso è l’uso di stoviglie in ceramica, bicchieri in vetro e posate in acciaio. La sfida futura è quella di coinvolgere le famiglie e i bambini e le bambine nella costruzione partecipata dei menu, andando oltre il gusto personale, vivendo il momento della refezione come ricerca e scoperta di nuove esperienze educative, e nell’introduzione di prodotti locali’.

Questo non è né un comunicato dei genitori né del circolo di SEL Terni ma un estratto del programma con cui il Sindaco Di Girolamo e la sua Coalizione hanno vinto le elezioni amministrative nel 2014. Un programma molto esplicito sia nell’affermare che i punti di cottura all’interno delle scuole sono un  elemento centrale per la qualità del servizio, sia nel prendere precisi impegni per il mantenimento e rafforzamento degli stessi.

Un impegno dunque vincolante con le famiglie, i bambini e tutti i cittadini, il cui mancato rispetto non potrà che essere visto come un’ennesima esplicita rottura della fiducia che i cittadini ripongono nella politica e negli amministratori. Ancora più grave sarebbe abbassare la qualità dei servizi educativi del comune con una decisione che non tiene neanche conto dei più elementari percorsi di partecipazione con l’utenza e con i lavoratori, unica strada possibile per cercare soluzioni condivise e rispettose dei diritti dei bambini e di chi lavora nei servizi.

Troviamo anche poco serio utilizzare argomenti come la filiera corta, i cibi biologici, l’uso dei prodotti stagionali, cose già presenti nelle nostre mense scolastiche, come fumo negli occhi da barattare con le cuoche e le cucine in loco”.

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