Clamoroso: niente indennizzo alla famiglia di David Raggi, il giovane ternano ucciso un anno e mezzo fa da un marocchino ubriaco in piazza dell’Olmo. Il giovane guadagnava infatti 13500 euro l’anno: troppi per poter accedere allo speciale fondo per le vittime dei reati internazionali violenti, che lo Stato ha fatto confluire in quello già esistente per le vittime dei reati di mafia.
Secondo una legge recentissima, approvata lo scorso 7 luglio, infatti, può accedere al fondo soltanto chi rientra nel limite massimo di reddito fissato in 11500 euro annui, entro il quale si può usufruire del gratuito patrocinio per la difesa nei processi. La famiglia Raggi aveva fatto causa allo Stato, citando in giudizio il Viminale per la mancata espulsione di Amine Aassaoul, l’attentatore; il ministero della Giustizia per la mancata applicazione di un cumulo di pene del marocchino e la presidenza del Consiglio per la mancata attuazione della direttiva comunitaria 80/2004 che prevede l’istituzione di un fondo di garanzia per le vittime di reati gravi commessi da persone prive di reddito, come appunto l’attentatore. La famiglia, attraverso l’avvocato Massimo Proietti, ha già annunciato ricorso per anticostituzionalità.