Raccolte firme, manifestazioni, cortei, dibattiti pubblici, atti di indirizzo in Consiglio comunale: niente, fin’ora, è riuscito a fermare la riaccensione dell’inceneritore Terni Ena. Sembra però che le cose possano addirittura peggiorare: il Comitato No Inceneritori Terni rende infatti noto che in campo c’è l’ipotesi che venga riacceso un secondo inceneritore. Una notizia che per lo stesso Comitato “avrebbe dell’incredibile se non fosse vera”.
In una nota il Comitato scrive che c’è “l’ipotesi di acquisto dell’impianto di incenerimento a pirolisi di Printer srl da parte della Tozzi Holding Spa di Ravenna. Questa impresa attraverso una sua controllata, la Tozzi Renewable Energy spa, ha costituito una società, la Terni Biomassa srl che ha come oggetto la produzione di energia da fonti rinnovabili. Cioè l’ennesima operazione di speculazione economica legata agli incentivi pubblici dati alle fonti ‘rinnovabili’ che ormai abbiamo capito sono uno degli inganni della tanto decantata green economy”.
“Tra l’altro – prosegue il Comitato – la Tozzi ha disseminato la Puglia di centrali a biomasse creando ogni volta forte opposizione sui territori investiti da questi progetti. Fa parte poi delle multinazionali che in Africa comprano immensi appezzamenti di terra per coltivare piante da cui ottenere ‘bio’ carburanti, fenomeno conosciuto come land grabbing (arraffa terra), che genera spesso allontanamenti forzati di intere comunità, come testimonia anche una camapgna di Action Aid. Il tutto ammantato dalla retorica green e da collaborazioni con diverse università e centri di ricerca. La scienza, lo sappiamo, non sempre fa scelte libere”.
Il Comitato è deciso ad opporsi alla riaccensione del secondo inceneritore con la stessa forza impiegata nell’avversare quello di Aria spa. “Ovviamente invitiamo la Tozzi a desistere dai suoi intenti o ci troverà fermi nell’opposizione. Invitiamo Sindaco e Regione a verificare urgentemente se l’impianto Printer è in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale e la sua durata, e soprattutto ad impedire quest’ulteriore affronto alla città di Terni che ha già il suo bel da fare con l’inceneritore di ACEA, la cui partita è ancora aperta. La Regione – è la proposta del Comitato – acquisti l’impianto, lo smantelli e sull’area faccia nascere il Polo del Riciclo con ASM, avviando una gestione virtuosa e pubblica dei rifiuti. Questa è l’unica cosa degna di senso da fare. Non ci potranno essere soluzioni intermedie”.
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