Giovedì scorso è stato presentato a Terni il “Dossier statistico immigrazione 2014”, in particolare il capitolo riguardante l’Umbria, curato da Eleonora Bigi e Francesco Francescaglia. Per l’assessore regionale alle politiche per l’immigrazione Carla Casciari si tratta di “un lavoro importante per la comprensione di un mondo complesso, quale quello dell’immigrazione, che diventa ancora più significativo alla luce dei dati che ci riferiscono di una realtà che è in crescita in tutta Italia e quindi anche in Umbria”. Dai dati, che fanno riferimento al 2013, emerge un aumento degli stranieri residenti in Regione. Crescita che si registra anche nel Comune di Terni (questo emerge dai dati comunali).
I NUMERI Dal dossier emerge come l’Umbria sia una delle regioni italiane a più alta incidenza di immigrati (+8,1% rispetto alla media nazionale e pari all’11,1% dei residenti), in prevalenza donne (56%). Ma la regione si colloca con dati superiori alla media del Paese anche per i nuovi nati (15,1%, pari al 19,6% delle nascite) e la presenza di alunni stranieri (quasi 14 mila alunni, pari al 14% del totale), di cui circa il 55% nati in Italia (il dato nazionale è 51,7%). Più basso rispetto alla media nazionale è invece il dato umbro riguardante l’acquisizione della cittadinanza italiana.
Lo scorso anno – secondo il Rapporto – gli stranieri residenti in Umbria sono stati 99.922, di cui 76.861 nella provincia di Perugia (dove rappresentano l’11,6% della popolazione totale) e 23.061 nella provincia di Terni (dove rappresentano il 10,0% del totale). I cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti sono 68.715, di cui 41.115 hanno un permesso di lungo periodo (erano 37.845 alla fine del 2012), mentre la restante quota ha un permesso a scadenza.
Analizzando i dati comunali emerge un incremento degli stranieri residenti in città di Terni pari al 15%. Nel 2012 erano infatti 11.033 gli immigrati e nel 2013 sono passati a 12.685. Un aumento che appare molto consistente ma va tenuto conto che nel 2012 si era verificata una diminuzione: nel 2010 gli stranieri residenti nel Comune di Terni erano infatti 11.937 (l’incremento tra il 2010 e il 2013 è del 6,2%).
IMMIGRAZIONE PIU’ STABILE Dal dossier emerge come a fronte di una presenza numerica di soggiornanti rimasta pressoché stabile tra il 2012 e il 2013, la proporzione interna tra permessi a scadenza (diminuiti in un anno di circa 3.000 unità) e permessi di lunga durata (aumentati di quasi 3.300) è mutata sensibilmente a favore di questi ultimi. Ciò si spiega da una parte con la crisi economica che ha attenuato la crescita dei flussi, come confermato anche dalla diminuzione del numero dei permessi rilasciati per la prima volta durante l’anno (nella sola provincia di Perugia sono passati – secondo i dati della Questura del capoluogo – da 21.178 nel 2012 a 19.650 nel 2013, con un particolare decremento di quelli per lavoro: da circa 15mila a poco meno di 11.000), e dall’altra con la ricerca di una stabilizzazione per sé e la famiglia, come indica anche il numero dei ricongiungimenti familiari (13.300).
NAZIONALITA’ Tra le nazionalità non comunitarie più rappresentate il primato spetta ancora all’Albania (16.209), seguita da Marocco (10.928) e Ucraina (5.154). Tra quelli comunitari, con circa 23.113 residenti, è la Romania che si conferma al primo posto Umbria registrando un nuovo incremento annuo (erano 21.051 nel 2012) dopo il picco raggiunto nel 2011 (24.321). Nel Comune di Terni la comunità più numerosa è quella dei rumeni con oltre 4 mila presenza, seguita da quella degli albanesi (oltre 2 mila), dagli ucraini (circa mille), dagli indiani (circa 700), dai filippini (circa 600) e dai marocchini (circa 500).
Su 7.375 nuovi nati in Umbria nel 2013, quelli stranieri (1.444, di cui 1.156 nella provincia di Perugia e 288 in quella di Terni) hanno inciso per il 19,6% sul totale con un dato superiore alla media nazionale (15,1%). Risultano, infine, 1.518 le acquisizioni di cittadinanza italiana (1.174 nel Perugino e 344 nel Ternano), pari in media 15,8 ogni 1.000 residenti stranieri (il dato nazionale è di 21,6 per mille).
PIU’ COLPITI DALLA CRISI Nel dossier si legge che “nel tempo le caratteristiche socio economiche della regione hanno reso l’Umbria molto attrattiva per i migranti, ma con la crisi economica il mercato del lavoro umbro è cambiato, colpendo più duramente gli immigrati e la componente maschile della forza lavoro (sia italiana che straniera)”. Nel 2013 le nuove assunzioni sono risultate in calo per gli immigrati (-1,3%) mentre hanno segnato una leggera ripresa per gli italiani (0,7%) e anche la disoccupazione è aumentata più per gli stranieri che per gli autoctoni (il tasso degli immigrati si è attestato al 20,7%, quasi 12 punti più alto di quello degli italiani, pari all’8,5%), tanto che gli stranieri rappresentano ormai quasi un terzo dei disoccupati. Nel 2013, per i nati all’estero, il saldo tra assunzioni e cessazione del rapporto di lavoro è stato negativo (eccedenza dei cessati) per 2.942 unità, ad esclusione del settore agricolo, con una contrazione particolarmente consistente per l’industria (-6,4%). A differenza di quella maschile la presenza delle donne straniere lavoratrici è continuata a crescere e, contrariamente a qualche anno fa, nel 2012 è risultata nettamente superiore (17,1%) a quella degli uomini (11,8%).
SETTORI DI OCCUPAZIONE In Umbria il 12,2% dei nati all’estero è impiegato in agricoltura (contro una media complessiva del 2,9%) e il 35% nell’industria (28%), mentre “solo” il 48,2% nel terziario (69,1%). Le straniere lavoratrici per il 57,5% sono occupate nei servizi collettivi e alla persona, per 30% nel ramo alberghiero-ristorativo. Tra gli uomini più di un terzo (33,6%) lavora in edilizia, il 24,1% in agricoltura e un quinto nel comparto alberghiero-turistico.
PAGA PIU’ BASSA Il 71% dei lavoratori nati all’estero è assunto in micro imprese (1-9 addetti), per il 47% nelle professioni non qualificate (dato in crescita rispetto al passato), con retribuzioni mediamente più basse del 30% rispetto agli italiani e con salari mensili che, a seguito della crisi, sono calati più di quelli degli italiani (-8,4 punti percentuali contro -6,2).
Tra le 15 nazionalità più numerose dell’Umbria, i cinesi hanno il tasso di occupazione più elevato (68%); un tasso comunque superiore al 50% è detenuto dalla collettività tunisina, romena, macedone, indiana e moldava, mentre un tasso inferiore al 40% connota la comunità marocchina, ecuadoriana e nigeriana.
IMPRESE DI STRANIERI In Umbria le imprese di immigrati sono il 7,8% del totale (media nazionale 8,2%), con un saldo positivo tra quelle avviate e cessate durante l’anno (+271 unità, pari a +3,3%; la media nazionale è del 4,1%) e in controtendenza con le imprese italiane, (-1,4%), prevalentemente nei settori delle costruzioni (31%) e del commercio (30%). I titolari di ditte individuali (che rappresentano l’80,4% di tutte quelle immigrate) provengono per lo più da Marocco, Romania, Albania e Cina.
RIMESSE E’ la collettività romena ad aver inviato maggiori rimesse nel proprio Paese (21,6 milioni di euro, il 32,9% dell’intero ammontare partito per l’estero dalla regione: 65,7 milioni di euro), seguita da marocchini (4,3 milioni), albanesi (3,5 milioni), ecuadoriani (3 milioni).
ALUNNI Relativamente agli alunni di origine straniera, che hanno in Umbria una incidenza superiore al 9,0% di media nazionale, i dati confermano la massiccia presenza di seconde generazioni, con picchi di incidenza nella scuola dell’infanzia e primaria (un trend confermato negli ultimi 4 anni). In particolare degli alunni stranieri 3.645 sono nella scuola d’infanzia (dove incidono per il 15,3%, di cui l’89% nato in Italia); 5.781 nella primaria (incidenza del 14,8%, per il 71,1% nati in Italia); 3.637 nella secondaria di I grado (15,5%, di cui il 41,0% nato in Italia; e 4.278 nella secondaria di II grado (11,6%, per il 15,6% nati in Italia). Per quanto riguarda l’indirizzo scelto alle superiori: il 24,8% frequenta un liceo (dato in crescita rispetto agli anni passati e che si attesta al 34,8% nella provincia di Terni, contro una media nazionale del 20,4%), mentre la stragrande maggioranza si è orientata verso un istituto professionale (36,6%, con punta del 37,5% nella provincia di Perugia) o tecnico. Gli studenti esteri di origine europea (10.575) rappresentano il 61,0% del totale e tra questi spiccano albanesi (3.877), romeni (3.609) e macedoni (967). Gli africani (3.884), soprattutto provenienti da Marocco (2.447), Tunisia (281) e Algeria, rappresentano il 22,4% del totale; dall’area americana il 9% e dall’Asia il 7,5% del totale.
CASCIARI Secondo l’assessore Casciari “il Dossier offrendo un’analisi organica delle migrazioni imperniata su vari aspetti, con un ampio e fondamentale supporto di dati statistici, si offre ai decisori politici, ai ricercatori, agli operatori e ai funzionari pubblici come un valido strumento di approfondimento su temi di impatto sociale che ogni giorno ci chiamano ad una sempre maggiore attenzione, ad ogni livello. Lo studio di questo anno – ha detto – è stato efficacemente intitolato ‘Dalle discriminazioni ai diritti’, proponendoci spunti di riflessione importanti sui nessi tra migrazioni, sviluppo e società interculturali. Oltre a ciò, la pubblicazione, ampiamente basata su fonti statistiche ufficiali che ne rappresentano un valore aggiunto, è stata arricchita da Idos, con diversi confronti tra il livello regionale, nazionale e comunitario oltre che da alcuni approfondimenti sui fenomeni della discriminazione, della xenofobia e del razzismo”.
PROGETTO INTERREGIONALE L’assessore in proposito ha ricordato che “la Regione Umbria ha recentemente portato a termine con successo un progetto interregionale finanziato dal Fondo Fei dal titolo “No.Di. No Discrimination”, che in Umbria ha consentito di giungere alla definizione di un protocollo di intesa in materia di prevenzione e contrasto delle discriminazioni: è, infatti, anche grazie all’impulso fornito dall’Unar, in questa edizione del Dossier che, per la prima volta, un capitolo viene dedicato agli indicatori di discriminazione degli immigrati in Italia a livello territoriale”.
“IMMIGRATI DISCRIMINATI” “In effetti – ha affermato Casciari – le discriminazioni che gli immigrati subiscono ancora in diversi ambiti della loro vita, soprattutto in campo sociale e lavorativo, incidono pesantemente sulle possibilità dell’integrazione. Ma la strada da fare, sotto questo aspetto, sembra essere ancora molta e lo dimostrano i dati statistici tra la condizione degli immigrati e quella degli italiani in alcuni importanti settori di inserimento sociale e occupazionale, ove emerge uno svantaggio degli immigrati”.
“IMMIGRAZIONE STRUTTURALE” L’assessore ha quindi evidenziato che tutti i dati del Dossier convergono sul punto che “l’immigrazione è aumentata anche nel 2013, un ulteriore anno di grave crisi economica e occupazionale, così come è aumentata in questi ultimi difficili 7 anni, rivelando il suo carattere strutturale. Non rendersi conto della portata del fenomeno che abbiamo davanti o non volerlo governare preferendo dare spazio ad umori xenofobi o securitari, invece di sostenere l’integrazione di questi nuovi cittadini, non credo sia la strada giusta da percorrere. La resistenza, più che riuscire a ridimensionare la portata del fenomeno migratorio, contribuisce spesso solo a rendere più difficile le condizioni delle persone coinvolte nella mobilità, come testimoniano le asprezze nei confronti di chi arriva come profugo oltre che di chi vive stabilmente in Italia”. L’assessore ha infine evidenziato “il ruolo importante degli emigrati nell’economia del nostro paese con circa 500 mila imprese da loro create in Italia e portate avanti anche in questa fase di crisi”.