Una banda di rapinatori, ben organizzata, che poteva contare sulle dritte di un vigilante. I carabinieri di Terni, con l’operazione denominata “Infedele”, hanno sgominato l’organizzazione arrestando tutti i componenti con l’accusa di associazione a delinquere, rapina, porto e detenzione di armi, ricettazione e porto di oggetti atti a offendere. Si tratta di 9 persone: quattro ternani, quattro napoletani e un rumeno, tutti di età compresa tra i 26 e i 66 anni. Per quanto riguarda i ternani, si tratta di una coppia di coniugi (66 anni lei e 60 lui) e di un barista di 44 anni che avrebbero fornito aiuto logistico, mentre un altro ternano 61 enne, è considerato figura di spicco del gruppo. Il vigilantes cui viene attribuito il ruolo di basista è un 54enne originario di Casalnuovo (Napoli), ma da anni residente a Terni dove lavorava in un istituto di vigilanza privata. Almeno le due le rapine attribuite alla banda. Per gli inquirenti, se non fosse stata fermata, avrebbe potuto continuare a colpire.
Le rapine che vengono contestate alla banda sono avvenute all’inizio di quest’anno: nel primo caso, il 12 gennaio scorso in strada di Camminata, il furgone di un portavalori di un istituto di vigilanza, con a bordo due guardie giurate (un uomo ed una donna), era stato speronato violentemente da una Toyota 4 Runner con a bordo due rapinatori (identificati poi in un 26enne romeno e in un 61enne ternano) con passamontagna in testa ed armati con pistola e fucile, che avevano portato via circa 105.600 euro, per poi fuggire a bordo di una Ford Fiesta guidata da un complice. L’altra rapina contestata è quella tentata ai danni della agenzia della Cassa di risparmio di Terni in via Brodolini, il 23 marzo scorso. Due degli arrestati (un 44enne e un 47enne di Napoli) si sarebbero presentati all’ingresso della banca, mentre un complice, un 37enne sempre napoletano, faceva da palo stando seduto su una panchina poco distante (qui l’articolo). I tre erano stati arrestati per tentativo di rapina prima di entrare nella banca (fino a stamani erano ai domiciliari).
Già a gennaio – ha riferito stamani in una conferenza stampa il comandante provinciale di Terni dei carabinieri, Giuseppe Alverone – da una fonte confidenziale i militari avevano appreso che in zona agiva un’associazione criminale che si avvaleva delle “dritte” di una guardia giurata per i suoi colpi. La svolta nelle indagini il 9 marzo scorso quando, nelle campagne di Molenano, a Stroncone, erano stati trovati, in un’auto abbandonata, due fucili semiautomatici a pompa e una pistola calibro 12, risultata sottratta a una delle guardie giurate nel corso della rapina del 12 gennaio. C’erano anche due guanti in pile, dove è stata poi rilevata la presenza di un profilo genetico pienamente sovrapponibile a quello del 61enne ternano arrestato oggi.
Nel corso dell’attività investigativa sono stati anche raccolti elementi che comproverebbero l’implicazione del vigilantes (escluso, al momento, il coinvolgimento degli altri arrestati) nella rapina di mercoledì scorso a Orvieto alla società di carburanti Icm (qui l’articolo). Anche in questo caso l’uomo avrebbe fornito informazioni ai due rapinatori, ancora latitanti. A casa di una donna ternana (nei suoi confronti sono in corso accertamenti) sono stati trovati 35 mila euro in contanti ritenuti parte del bottino della rapina, 320 mila euro.
Soddisfazione da parte del capo della procura di Terni Fausto Cardella: “L’operazione portata a termine dai carabinieri mette in luce quelle che io ritengo le più importanti qualità per un investigatore: la pazienza nel ricercare le prove, la determinazione nell’individuare i colpevoli e la riservatezza. Sono molto contento e soddisfatto – ha continuato il procuratore capo Cardella – per il brillante risultato raggiunto, è stata scoperta una pericolosissima banda che probabilmente avrebbe potuto presto compiere qualche altro colpo. Il modo di procedere con serietà, come ha fatto il nucleo investigativo di Terni, evidentemente paga”.
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