E’ sconcertato il sindaco di Terni, quasi sconvolto per l’assurdità dell’accaduto. Dopo aver bollato l’azione della polizia come “incomprensibile violenza”, Leopoldo Di Girolamo ha raccontato all’Huffington Post la dinamica degli scontri avvenuti durante il corteo dei lavoratori Ast. “È stata una reazione del tutto spropositata da parte della polizia”, dice, “non hanno saputo gestire minimamente una situazione che non dava nessun segno di poter degenerare”.
Il primo cittadino racconta: “Ero alla testa del corteo dei lavoratori della Ast, insieme al deputato Gianluca Rossi, all’assessore regionale Vincenzo Riommi e ad altri rappresentanti delle istituzioni locali, assessori e consiglieri di ogni parte politica. Eravamo all’ingresso della stazione ferroviaria: i lavoratori, circa quattrocento, volevano occupare alcuni binari, un gesto dimostrativo, del tutto pacifico. Molti loro colleghi erano rimasti in fabbrica, perché non si voleva compromettere ulteriormente la produzione. Da dietro spingevano un po’ contro il cordone della polizia, ma non c’era davvero alcuna tensione. All’improvviso, tuttavia, i poliziotti hanno cominciato a manganellare”.
Di Girolamo sottolinea che le intenzioni dei manifestanti erano quelle di fare “un gesto dimostrativo”, cioè bloccare per qualche minuto un binario della stazione ferroviaria. “Volevamo richiamare l’attenzione della città e dell’opinione pubblica nazionale sulla vicenda della vendita dell’Ast. A fronte di un interesse reale da parte del governo c’è un immobilismo totale della proprietà finlandese e dell’Unione europea. Questo stallo sta facendo perdere competitività alle acciaierie”.
Infine il sindaco fa sapere di aver parlato con sia con il questore che con il prefetto: “Con entrambi, mentre l’ambulanza mi portava in ospedale. E a entrambi ho espresso le mie più profonde rimostranze. L’ordine pubblico non si può gestire così. È inaudito. Terni è abituata alle lotte operaie, che però sono sempre state pacifiche. Terni è una città democratica, e le acciaierie sono parte fondante della sua identità. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi in ritirata volevano minare la fabbrica e farla saltare in aria prima dell’arrivo degli alleati. In poche ore si sparse la voce in tutta la città, e durante la notte trecento lavoratori la occuparono e si misero di traverso. Riuscirono a impedirglielo. Tanto è forte il legame tra Terni e acciaierie”.
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