Al Polo di mantenimento delle armi leggere di Terni, l’ex fabbrica d’armi, sono a rischio 100 posti di lavoro, pari ad oltre il 20% del totale: a denunciarlo sono le rsu, insieme a Cgil, Cisl e Uil. I sindacati definiscono “inaccettabile” la proposta di taglio della pianta organica presentata nei giorni scorsi dallo Stato maggiore dell’esercito ai sindacati nazionali.
L’eliminazione dei posti, secondo i rappresentanti dei lavoratori, si tradurrebbe nella “impossibilità di svolgimento della ‘mission’ dell’ente (soprattutto nei reparti tecnici) con il conseguente inevitabile aumento dei costi di gestione”. Tutta l’operazione non include, sempre a detta delle sigle, nessun progetto di sblocco del turn over, “condannando il Polo di Terni alla repentina e inesorabile perdita di funzionalità, efficienza e know how”. L’assemblea dei lavoratori, le rsu e le tre sigle sindacali chiedono quindi “un immediato intervento delle forze politiche locali e nazionali al fine di impedire perdita di efficienza e posti di lavoro”.