Gli esponenti del Partito democratico di Terni coinvolti nella vicenda dei finanziamenti pubblici a Radio Galileo respingono tutte le accuse. Lo hanno fatto oggi il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, il deputato Walter Verini e il segretario provinciale Carlo Emanuele Trappolino nel corso di una conferenza stampa appositamente convocata. L’accusa è della Corte dei conti che ipotizza un danno erariale di oltre 3,6 milioni di euro: secondo la magistratura contabile infatti, Radio Galileo non avrebbe avuto diritto a quei soldi, sostanzialmente ottenuti tramite un partito fittizio, Cittaperta. LEGGI L’ARTICOLO SULL’ACCUSA DELLA CORTE DEI CONTI
DI GIROLAMO Non la pensa così Di Girolamo che ha affermato: “Abbiamo pienamente rispettato le norme previste dalla legge, gli organismi di controllo hanno riconosciuto la regolarità. I contributi sono andati avanti per più anni e se ci fossero state delle irregolarità sarebbe stata la presidenza del Consiglio ad intervenire e interrompere l’erogazione visto che fa controlli annuali”.
Il sindaco ha proseguito: “Non ho ancora ricevuto comunicazioni dalla Corte dei conti ma i colleghi che l’hanno ricevuta mi hanno detto che l’elemento di critica è legato al fatto che il nostro movimento politico non sarebbe un partito. In Italia non esiste una normativa specifica cosa sia e cosa non sia un movimento politico, un partito e non è la Corte dei Conti che qualifica se si è un partito o altro, lo qualificano i cittadini che con il loro voto hanno dimostrato che il movimento politico Città Aperta esiste, è una forza politica che ha propri rappresentanti, all’interno delle istituzioni, a partire di chi vi parla, che prima era parlamentare e successivamente è stato ed è, per riconferma, il sindaco di questa città”.
L’ACCUSA Stando ad alcuni stralci riportati da un giornale, l’accusa della Corte dei conti tra i vari passaggi contiene questo: “Per essere un movimento politico emerge un’attività alquanto ridotta; da nessuna parte, nel portale internet della radio, vi è infatti riferimento a cittAperta, di cui dovrebbe, invero, essere espressione e voce mediatica. Non è stata, inoltre, rinvenuta nessun tipo di documentazione attestante lo svolgimento di convegni e/o congressi nonché autorizzazioni per occupazione suolo pubblico comprovante lo svolgersi di manifestazioni o iniziative sul territorio che rappresentano per antonomasia la dimensione ideale di ogni partito politico. Oltre la limitata attività, per il resto a Terni e, a maggior ragione, a livello Nazionale, il movimento cittAperta non ha avuto praticamente visibilità concreta sul territorio, non risulta affissa neanche una targa esterna e/o interna presso l’edificio ove il movimento ha sede in Corso Tacito nr. 25”.
RADIO RADICALE Il sindaco Di Girolamo concludendo ha fatto un parallelo con Radio Radicale che da anni riceve finanziamenti pubblici: “Radio Radicale riceve i finanziamenti e gli aiuti allo stesso modo in cui li riceve Radio Galileo, il percorso seguito è simile in tutto e per tutto”.
ISCRITTI A DUE PARTITI? Su questo punto il primo cittadino ha anche affermato che “i componenti del partito Radicale hanno la possibilità di essere tesserati anche da altre forze politiche”. Un elemento con cui forse intendeva giustificare la propria (e quella di Verini e Trappolino) doppia appartenenza partitica: contemporaneamente esponente del Partito Democratico e di Cittaperta. Ed è proprio qui che sembra aprirsi la contraddizione più forte: infatti lo statuto e il regolamento del Pd vietano espressamente di essere iscritti ad un altro movimento politico: ”Non è consentito il rilascio della tessera a persone che siano iscritte ad altri partiti politici o aderiscano a gruppi di altre formazioni politiche all’interno di organi istituzionali elettivi, ai sensi dell’art. 2 comma 8 dello Statuto”. Nello Statuto è inoltre scritto: “Qualora la Commissione di garanzia abbia cognizione di tale causa ostativa riguardo a persone già registrate ne decreta la cancellazione e stabilisce un congruo termine entro il quale tali persone non possono nuovamente chiedere di essere registrate”.
Per logica quindi, se Cittaperta fosse davvero un movimento politico, Di Girolamo, Verini e Trappolino avrebbero violato l’articolo 2 dello Statuto e sarebbero stati espulsi dal Pd. Non risulta invece che i tre esponenti abbiano ricevuto sanzioni di alcun tipo: si potrebbe quindi dedurre che non abbiano violato le norme del Pd poiché non iscritti ad un altro movimento politico (ergo Cittaperta non era considerato un movimento politico?). Un punto che potrebbero essere chiamati a spiegare.
VERINI Il deputato Walter Verini ha affermato: “I magistrati fanno il proprio dovere e noi li rispettiamo ma i riferimenti al concetto di rappresentanza sono valutazioni politiche. Io da parlamentare ho fatto interrogazioni, emendamenti, mi sono occupato di molti temi che interessano il territorio: la rappresentanza è questa. Adesso spetta alla magistratura decidere come la politica deve rappresentare in Parlamento il territorio? Ho rilasciato decine di interviste a radio Galileo interloquendo con esponenti di Cittaperta e giornalisti regolarmente contrattualizzati”.
Verini ha anche detto: “Noi non ci sentiamo nei guai perché abbiamo rispettato le leggi e quando mi è stato chiesto di subentrare a Di Girolamo che si era dimesso da senatore per diventare sindaco per rappresentare il movimento Cittaperta, io ho accettato subito, perché conosco anche Radio Galileo che è una radio che dà lavoro a giornalisti, un’emittente che non è commerciale, che fa informazione, che in questi 30 anni ha contribuito a elevare il dibattito civile e politico ed ha trasmesso tutte le partite della Ternana a chi non può andare in trasferta o allo stadio. Noi siamo tranquilli e abbiamo 7 mesi per presentare le nostre deduzioni”.
LE 13 PERSONE COINVOLTE Queste le 13 persone a cui la Corte dei conti chiede restituire i soldi pubblici percepiti da Radio Galileo con le rispettive somme imputate a ciascuno: Franco Allegretti 351.419,11 euro, Giorgio Brighi 351.419,11 euro, Federico Allegretti 351.419,11 euro, Matteo Allegretti 351.419,11 euro, Gianni Tomassi 351.419,11 euro, Mara Baldassarri 351.419,11 euro, Ambra Rosati 351.419,11 euro, Sergio Barbaccia 351.419,11 euro, Giorgio Di Pietro 331.230,61 euro, Leopoldo Di Girolamo 214.774,99 euro, Carlo Emanuele Trappolino 184.555,49 euro, Walter Verini 86.687,52 euro, Alberto Bersani 20.188,64 euro.
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