Terni, un albanese ”pericoloso” e due tunisini spacciatori accompagnati alla frontiera

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questura terni polizia (4)Negli ultimi giorni, dopo un intenso lavoro di accertamenti e di verifiche da parte della questura di Terni, è stato disposto l’accompagnamento in frontiera di tre stranieri: un albanese, portato al Centro di Identificazione ed Espulsione di Bari in attesa di essere rimpatriato in Albania, e due tunisini, appena usciti dal carcere di via Sabbione, scortati fino a Fiumicino e messi su un aereo per la Tunisia.

Il cittadino albanese di 25 anni, in Italia sin da quando era minorenne e sempre regolarmente residente a Terni, è stato espulso, dopo che gli agenti dell’Ufficio Immigrazione, sulla base delle segnalazioni arrivate sulle loro scrivanie, hanno svolto accertamenti sullo stile di vita del giovane, che subito dopo aver raggiunto la maggior età, invece di lavorare, ha preferito dedicarsi alla risse, prima fra connazionali e poi anche con cittadini rumeni, per poi passare allo spaccio di sostanze stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione, collezionando denunce e condanne. Denunciato anche per lesioni personali, in base alla normativa vigente, è stato considerato pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica, gli è stata perciò notificata la revoca del permesso di soggiorno ed è stato espulso dal Territorio Nazionale.

Appena usciti dal carcere, invece, dove stavano scontando 6 e 4 anni per reati di droga, i due tunisini, accompagnati a Fiumicino e scortati fino all’aereo per il loro Paese. Entrambi 35enni, in Italia da circa 10 anni, avevano riportato denunce in quasi tutto il territorio nazionale, sempre con nomi e date di nascita diversi. In virtù degli accordi bilaterali fra gli Stati, in questo caso fra l’Italia e la Tunisia, e grazie alla stretta collaborazione fra la polizia di Stato e le rappresentanze diplomatiche presenti sul nostro territorio, è stato possibile, con il riscontro dei cartellini fotosegnaletici attribuire ai due l’esatta nazionalità e poterli così mettere sull’aereo che li ha riportati in patria.

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