Terni, Usi verso liquidazione, Piacenti: “Impegnati a tutelare occupazione, da opposizione critiche incoerenti”

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Vittorio Piacenti D'UbaldiLa società municipalizzata Umbria Servizi Innovativi (Usi) sembra avviata alla liquidazione: una strada che porta con sé tutte le incognite del caso, a cominciare dai dubbi sul destino dei circa 40 dipendenti. Oggi l’assessore al Bilancio e alle Partecipate Vittorio Piacenti D’Ubaldi, spiega quale sia la posizione dell’amministrazione comunale e replica alle critiche delle opposizioni, giudicandole “incoerenti”. Prima, è il pensiero dell’assessore, polemizzavano per i costi eccessivi ed ora che si va verso un taglio, criticano la scelta.

Il comunicato di Piacenti D’Ubaldi:

“E’ il nuovo quadro normativo e finanziario che è valido per tutti gli enti locali del Paese che ci chiama a provvedimenti improcrastinabili nel riordino e nella razionalizzazione delle aziende pubbliche a partecipazione comunale. Le nuovo disposizioni legislative sono chiarissime, occorre che gli enti rivedano gli assetti delle partecipate, in particolare laddove esistono sovrapposizioni e doppioni nell’assegnazione dei servizi. Così come sono stati introdotti obblighi di legge che spingono a riassegnare agli enti locali funzioni e servizi che negli anni scorsi, utilizzando le norme allora vigenti, sono stati esternalizzati.

Il comune di Terni, nell’ambito del piano di razionalizzazione, si è riappropriato della gestione del patrimonio, finora una delle deleghe più remunerative per Usi. C’è poi una situazione della finanza locale che pesa in maniera considerevole, fino ad ora il Comune di Terni ha versato ad Usi circa 3 milioni di euro l’anno per lo svolgimento di servizi, ora il bilancio del Comune non può superare un milione di euro. Posso assicurare che l’obiettivo mio e dell’amministrazione comunale nel suo complesso è quello di assicurare il mantenimento degli attuali livelli occupazionale, un obiettivo che non è scontato ma che richiede lavoro, senso di responsabilità, il coinvolgimento di altre aziende pubbliche e della Regione.

A fronte di questo sforzo messo in campo, non trovo corrispondenti alla realtà i giudizi pesanti e aggressivi di alcune forze dell’opposizione. Non si può accusare per anni l’Amministrazione Comunale di aver affrontato con superficialità il tema dei bilanci e delle assunzioni sovradimensionate delle partecipate e poi bocciare i provvedimenti che il sindaco e la giunta stanno coraggiosamente affrontando proprio nell’ottica di contenere i costi, assicurando comunque i servizi. Rispetto tutte le critiche ma chiedo alle opposizioni di essere coerenti con quello che fino ad ieri hanno detto e scritto sul tema delle municipalizzate.

Alla città, alle aziende interessate alla ristrutturazione, ai lavoratori delle medesime, non servono posizioni politiche assunte alla giornata, in base alle presunte convenienze del minuto, ma serve piuttosto una azione di governo responsabile e lungimirante, quale quella che questa amministrazione sta mettendo in campo”.

MELASECCHE Resta molto critico il consigliere comunale della lista civica I love Terni, Enrico Melasecche, che torna anche oggi sull’argomento con questo comunicato:

“La situazione incestuosa fra Comune e USI che avevamo denunciato da anni fa emergere un disastro finanziario di dimensioni enormi.

Nel corso della III Commissione di venerdì 25 u.s. avevamo chiesto esplicitamente all’Assessore Piacenti documenti chiari ed aggiornati in particolare la consegna:

1)- del bilancio consuntivo 2014;

2)- di una relazione chiara ed esplicita relativa alla gestione dei primi nove mesi del 2015, comprensiva ovviamente di un dettagliata quanto aggiornata elencazione di debiti e crediti, del grado di esigibilità di questi ultimi e della effettiva consistenza del patrimonio dell’USI ai valori di mercato.

Non solo, ho chiesto un’audizione del consiglio di amministrazione e del collegio revisori dei conti dell’USI che Piacenti non vuole assolutamente per evitare che emerga la verità. Il resto sono chiacchiere.

Il tutto per consentire di far comprendere al consiglio comunale le ragioni vere che hanno portato improvvisamente il sindaco a decidere la liquidazione della società a fronte di assicurazioni di segno esattamente opposto di pochi mesi addietro.

Ho chiesto inoltre esplicitamente all’assessore, reiterando la domanda più e più volte, a quanto ammonta nel suo complesso il buco complessivo di bilancio di cui la città dovrà farsi carico in sede di liquidazione, che rappresenta la sintesi conclusiva della gestione dell’USI.

Piacenti, come una sfinge, pur conoscendo bene il dato, si è rifiutato di comunicarlo, con un atteggiamento odiosamente reticente. Anche questa mattina, solita scena. Parole, parole, parole, arrampicandosi sugli specchi pur di negare alla città la verità.

Alla mia richiesta vengono forniti i bilanci 2011, 2012, 2013, l’ultimo dei quali presentava un ridicolo utile di 11.000 euro a fronte di una situazione di liquidità estremamente problematica, con costi aggiuntivi pesanti dovuti ad interessi di mora, con una gestione ormai già all’epoca asfittica, peraltro con il Comune che ad oggi, dopo tutti questi anni non ha mai versato, con una furbizia levantina, se non il 25% del capitale sociale.

Non solo alcuni dati patrimoniali appaiono a prima vista gonfiati, come il valore del progetto “cartella clinica informatizzata” ormai in decozione dopo anni ed anni che se ne parla, per forzare un risultato di bilancio frutto di equilibrismi abbastanza temerari onde evitare l’emergere della perdita reale.

L’assurdo è che il sindaco pretende dal consiglio un voto di approvazione di una delibera vergognosamente equivoca senza fornire i documenti più elementari, per nascondere oltre sei anni di gestione da parte sua dell’USI, in cui il Comune si è continuato ad indebitare per sostenere quella società, con trasfusioni continue costituite da commesse gonfiate, per le quali l’USI, non in grado di fornire le prestazioni richieste, acquistava beni e servizi a costi di mercato e fatturava al Comune gli stessi a prezzi maggiorati rispetto all’alternativa di una gara diretta e trasparente. Un incesto bello e buono, altro che società in house, il cui presupposto avrebbe dovuto essere il contrario di ci che effettivamente sta accadendo.

Emerge comunque dai vecchi bilanci un dato elementare: il maggior debitore e creditore dell’USI è il Comune, con la particolarità che i debiti verso terzi i liquidatori dovranno pur pagarli, a cominciare dai mutui e dai prestiti bancari, mentre i crediti dell’USI che vedono il Comune debitore andranno a sublimarsi in questo calderone di fine corsa con i ternani costretti ancora una volta a pagare in termini di imposte e tariffe più alte del necessario.

La situazione in questi due anni circa non pu che essere peggiorata. Reiteriamo fermamente quindi la richiesta dei documenti che certificheranno quanto temiamo. Tirando doverosamente le somme in sede di liquidazione, si parla di oltre sei milioni di buco complessivo, dopo i non pochi milioni che l’USI è fin qui costata, grazie al prode Raffaelli con l’avventuroso connubio con Agarini. Nessuno pensi di andare in consiglio e, con un colpo di mano della maggioranza, far votare al buio quella delibera senza prima la consegna dei documenti richiesti perché la città ha diritto di conoscere consentendo la reale situazione aggiornata. Ricorreremo se necessario alla magistratura, contabile ma non solo, perchè la manovra in corso è contraria ad ogni principio di trasparenza, anzi, proprio la reticenza in atto lascia immaginare un disastro finanziario da nascondere con prepotenza condita da furbizie inaccettabili”.

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