E’ bastato un po’ di ghiaccio e delle foglie finite sui binari a mettere in difficoltà l’Intercity Tacito: il treno è rimasto bloccato tra Terni e Giuncano, in un tratto ripido in cui le ruote hanno slittato a lungo.
Con circa 40 minuti di ritardo, il treno è riuscito autonomamente a superare il tratto e a proseguire il viaggio per Milano. Tra Terni e Giuncano la ferrovia è però a binario unico e così i ritardi si sono riversati a catena sul resto della rete locale.
Non si tratta di un episodio isolato. Eloquente lo sfogo di un pendolare che ci ha scritto una email firmata:
“Sono un cittadino di Terni, cliente di Trenitalia con abbonamento annuale, pendolare per lavoro da Terni a Roma. Stamattina, come era ormai prevedibile, a causa del freddo e della pioggia, il solito Intercity TI IC 580 Tacitus, partito da Terni alle 5,05, si è ‘piantato’ lungo la salita tra Giuncano e Baiano di Spoleto, intasando per più di un’ora l’unico binario presente e facendo strage di tutti i treni previsti in quella tratta.
Ho interpellato il personale di stazione a Terni e mi è stato risposto che ormai da anni è sempre la solita storia: quando piove (e ogni tanto capita…) ed i binari diventano viscidi, il TI IC 580 Tacitus si blocca all’altezza della salita prima di Baiano di Spoleto a causa di un ‘locomotore inadeguato’. Mi è stato detto che questa storia va avanti ormai da anni e che lo sanno tutti, da Trenitalia alla Regione Umbria, perfino i sassi della ferrovia.
Sono allibito. Come cittadino e come cliente di un pubblico servizio trovo del tutto assurdo e privo di senso il fatto che un inconveniente del genere, a distanza di anni, non sia stato ancora risolto. Per quale motivo non è ancora stato previsto di inserire una motrice adeguata? Oppure di aggiungere una motrice supplementare a Terni, per poi staccarla una volta che il treno sia giunto a Foligno? Se tutto questo è, per Trenitalia, impossibile da realizzare, allora propongo di eliminare definitivamente questo treno ormai anacronistico ed indegno di un Paese civile, che per arrivare a Milano ci mette almeno 8-9 ore perché è cronicamente in ritardo, manco fosse una diligenza settecentesca!
La Regione Umbria e Trenitalia si domandano mai quante ore di lavoro debbano perdere, ogni giorno, le migliaia di lavoratori pendolari Umbri per colpa di un servizio ferroviario così inefficiente?
Invito con forza il Comitato Pendolari ad attivarsi al più presto nei confronti delle Istituzioni competenti e degli organi di informazione, al fine di risolvere un problema così assurdo, ossia un treno che quando piove non ce la fa a fare una salita. Ma dove siamo, nel quarto mondo?
Un cittadino, cliente di Trenitalia, pendolare sconfortato”.
LIBERATI Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, commenta la situazione dei pendolari in una nota:
“E’ arrivato l’inverno in Umbria: cadono le foglie, i treni si fermano. L’Umbria non è certo l’Alaska (https://www.youtube.com/watch?v=6acPX_00M9Q), ma funziona così. Frattanto sono oltre quattro mesi che la Regione non risponde alle nostre interrogazioni sulle condizioni del servizio riservato ai pendolari umbri.
Continuiamo a dare voce ai lavoratori, agli studenti, ai turisti, contestando fermamente i pesanti disservizi che sovente affliggono le migliaia di fruitori delle linee Foligno-Terontola e Orte-Falconara: stamattina i treni di quest’ultima tratta viaggiavano con ritardi anche superiori ai 60 minuti. Carri bestiame al cubo: per bloccarli è stato sufficiente che la temperatura fosse attorno allo zero, con effetto domino su tutti i treni in transito.
Risposte dalla Regione? Al M5S nemmeno una parola sull’argomento.
In Aula sta intanto per approdare un Piano Trasporti che cristallizza lo stallo, un Piano nato vecchio, con ulteriori riduzioni di servizio, perché non ci sono soldi né per nuovo materiale rotabile (col rischio pure che tra Roma e Orte si venga instradati sistematicamente sulla linea lenta), né vengono previste risorse per gli indifferibili interventi infrastrutturali necessari su direttrici che mostrano tutta la loro età.
Non solo: nessuna notizia neanche sul Contratto di Servizio, scaduto ormai da quasi due anni, né sulle penalità auspicabilmente irrogate dalla Regione a Trenitalia, visti i milioni e milioni di euro comunque profumatamente pagati dall’Ente territoriale a fronte di tanta indecenza nell’erogazione delle prestazioni ai pendolari.
Pendolari umbri che sono di serie C, come dimostrato anche dall’osceno Terminal EST di Roma Termini, a oltre 500 metri dalla piattaforma classica, Terminal che ben rappresenta uno schiaffo nei confronti dei nostri concittadini, dei disabili, degli anziani, delle donne in difficoltà, ma anche di tutti quei lavoratori, studenti, turisti che, afflitti dai ritardi di sistema, da carrozze sporche, fredde o calde, sono costretti a sobbarcarsi pure una forzata quanto lunga passeggiata.
Quando diciamo basta? Quando ascolterete il grido di dolore dei pendolari? Quando risponderete alle interrogazioni? Quando deciderete seriamente di impegnarvi per il bene comune? Quando imporrete a Trenitalia l’urgente concorrenza di altri vettori privati?”.