All’insegna di una città più pulita o per meglio dire, da oggi in poi una regione, quella dell’Umbria, all’insegna dell’impatto ambientale dei rifiuti zero. Un obiettivo a Terni perseguito dal movimento “Comitato No Inceneritori”, che da anni si sta battendo contro la paventata riapertura dell’inceneritore di Maratta Terni Ena. Stessa finalità, quella di annullare definitivamente il ricorso alle discariche e agli inceneritori perseguita anche da altre associazioni o gruppi di altre città della regione Umbria. Da oggi queste associazioni si sono unite in un unico movimento, rafforzando la propria posizione all’interno di tutto il territorio regionale: a Perugia è stato presentato sabato scorso il “Coordinamento regionale umbro Rifiuti Zero”.
Per il momento hanno aderito oltre al Comitato No Inceneritori di Terni, anche l’associazione Usa e Riusa, sempre di Terni, Cittadini in Rete, Movimento Difesa del Cittadino e Legambiente di Perugia, il Comitato Deruata 26 settembre, il Circolo Culturale “Primomaggio”, il Centro Documentazione Popolare di Orvieto, l’associazione Medici per l’Ambiente Italia (sezione Umbria), il Comitato Inceneritorizero dell’Umbria, l’associazione “Un’altra Gubbio”, l’associazione Pankalon di Panicale, il comitato Rifiuti Zero di Spoleto ed infine, il Nuovo Comitato Belladanza. Oltre a quelle descritte si aggiungono altre piccole associazioni e gruppi dell’intero territorio regionale per un totale di 30 adesioni al coordinamento.
Come scrive il sito latramontanaperugia.it la finalità principale del nuovo coordinamento, illustrata sabato 30 giugno, è la “Strategia Rifiuti Zero”, che si pone l’obiettivo di smaltimento dei rifiuti tramite la modalità “Porta a porta spinta”, in modo tale da poter arrivare entro il 2020 al riciclo totale di tutto ciò che è considerato rifiuto, affinchè si possa chiudere definitivamente le discariche e senza la necessità di ricorrere agli inceneritori per lo smaltimento degli stessi. “Dove tale strategia è stata adottata – spiega il coordinamento – si sono avuti grandi vantaggi occupazionali, la riduzione delle tariffe di raccolta, dei costi economici e ambientali di smaltimento. Dopo la brillante esperienza di Capannori (LU), la ‘Strategia Rifiuti Zero’ è stata ufficialmente adottata da 83 comuni italiani, tra cui Napoli e La Spezia per un totale di 2.389.633 cittadini. In Umbria, per ora, solo il comune di Umbertide ha adottato questa strategia, mentre il consiglio comunale di Gubbio ha introdotto questa modalità come ‘prescrizione’ per aderire al piano d’ambito dell’ATI1: troppo poco per la regione cuore verde d’Italia”.
Il “Coordinamento regionale umbro Rifiuti Zero” si propone quindi di ampliare l’opera di sensibilizzazione già intrapresa presso la cittadinanza, i Comuni e tutti gli altri enti locali, al fine di applicare una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti. “Ciò che oggi ci hanno abituato a chiamare rifiuto è in realtà un materiale ricco di valore sia in termini ambientali che economici, che paghiamo due volte: la prima volta con l’acquisto, la seconda con lo smaltimento” prosegue il coordinamento chiedendo inoltre, sempre rispettando le relative normative europee, che in Umbria sia adottata una nuova modalità di gestione dei rifiuti che, invece di arricchire le lobby, restituisca ai cittadini il valore economico ed ecologico dei loro scarti. In merito a quanto illustrato in giornata, un documento tecnico predisposto dal coordinamento contenente indicazioni per l’applicazione della “Strategia Rifiuti Zero” in Umbria, è stato già presentato all’assessore regionale all’Ambiente lo scorso 16 maggio.