Teleriscaldamento di Borgo Bovio non è ancora entrato in funzione. Lavori iniziati 14 anni fa

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Lo scorso settembre, attraverso un comunicato stampa presente sul proprio sito istituzionale, Palazzo Spada annunciava l’imminente entrata in funzione del teleriscaldamento Borgo Bovio-Sant’Agnese (qui l’articolo). L’amministrazione comunale parlava di inizio novembre 2012 come periodo nel quale sarebbe stato avviato: ad oggi è invece ancora tutto in alto mare.

Nel dettaglio l’impianto dovrebbe riscaldare circa 1.200 famiglie residenti nella zona interessata, oltre ad altre utenze pubbliche e private, attraverso l’intercettamento dei fumi caldi prodotti dalle linee di produzione delle acciaierie di Terni. Tali fumi avrebbero alimentato uno scambiatore termico che avrebbe dovuto riscaldare l’acqua da immettere nelle tubature dirette alla varie utenze interessate dal progetto, in modo tale da ridurre allo stesso tempo sia l’inquinamento atmosferico, che il costo della bolletta di circa il 30%.

Peccato che, a distanza di due mesi, le varie utenze interessate, sia pubbliche che private, non hanno ancora potuto usufruire del calore prodotto da questo avveniristico impianto perché, purtroppo, non è mai entrato in funzione. Le promesse fatte da Palazzo Spada alla fine della scorsa estate si sono quindi infrante.

Come ricorda sul Corriere dell’Umbria Giuseppe Magroni, i lavori per il teleriscaldamento cominciarono nel 1998 grazie a 3 milioni di euro di fondi strutturali ricevuti dall’Unione Europea. In quell’anno l’amministrazione comunale guidata da Raffaelli e Ast firmarono la preconvezione che si sarebbe dovuta tramutare nel corso degli anni in una convenzione vera e propria. Inoltre, doveva essere firmata anche una convenzione con l’Asm che avrebbe dovuto prendere in gestione l’impianto ed occuparsi della distribuzione del calore.

A distanza di quattordici anni il risultato è che la preconvezione con l’Ast è scaduta, quella con l’Asm non è stata firmata e l’impianto non è ancora entrato in funzione. Oltre a ciò, a causa dell’eccessiva mole di tempo passata per tentare di far partire il progetto, si aggiunge la condizione strutturale attuale dell’impianto che in alcune parti risulta obsoleto, come verificato nell’ultimo periodo da un consulente torinese esperto in materia, nominato dall’Asm con il compito di visionare lo stato attuale dell’impianto.

Infine è emerso un ultimo problema: alcuni residenti interessati dal progetto hanno centrali termiche non adatte al tipo di impianto e dovranno quindi essere sostituite.

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