Restauro Fontana di piazza Tacito, Italia Nostra e Wwf: ”Carit faccia chiarezza su appalto”

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fontana piazza Tacito(5)I lavori di restauro della Fontana di piazza Tacito, uno dei principali simboli di Terni (a cui molti ternani sono affezionati come dimostra anche una pagina Facebook), sono iniziati da poche settimane grazie ai contributi di Comune di Terni, Asm, Ast e Fondazione Carit (qui l’articolo). Proprio a quest’ultima si rivolgono Italia Nostra e Wwf di Terni, chiedendo chiarezza sui termini dell’appalto di sua competenza.

Le due associazioni erano già intervenute auspicando che la Fondazione Carit non fosse soltanto un bancomat ma assumesse invece un ruolo di controllo attivo (qui l’articolo). Ora la richiesta è vi sia massima trasparenza. Il presidente di Italia Nostra Terni, Andrea Liberati, e il segretario di Wwf Umbria, Giuseppe Rinaldi, in una nota congiunta scrivono: “Nonostante le Fondazioni bancarie non siano equiparate a soggetti di diritto pubblico, esse rappresentano un alto interesse collettivo e sono comunque assoggettabili a procedure di evidenza pubblica in particolari circostanze stabilite dal Codice degli Appalti. La Fontana: si tratta di uno dei più importanti simboli della città e dell’Umbria. E’ un bene di rango culturale. Per il suo ripristino c’è poi un rilevante contributo pubblico (Comune Asm). Non appare immaginabile assumersi il rischio di ‘fare figli e figliastri’ con le imprese, invitandone alcune ed escludendone altre, su questo come per altri casi. Si cambi metodo”.

Per Liberati e Rinaldi “sono dunque molte le ragioni per le quali, ancorché non imposta dalla legge, sarebbe giusto comunque indire una gara a evidenza pubblica, pure come libera scelta di autolimitazione da parte della Fondazione. Si potrebbe cogliere l’occasione per offrire un segnale nuovo alla città, in sé già stremata dalla crisi economica e di legalità esplose su vasti fronti, come dimostrano le cronache degli ultimi mesi diffuse persino su stampa e tv nazionali, frutto del logoramento della sfera morale di un brano importante della classe dirigente non solo locale, mentre la pubblica opinione osserva sempre più basita quel che accade”.

La Fondazione Carit “disponga pertanto senza indugi la pubblicazione degli atti di questo appalto, chiarendo quante e quali imprese siano usualmente invitate a partecipare; le ragioni della loro convocazione così come dell’altrui esclusione; i parametri stabiliti anche in termini di eventuali conflitti di interesse e di possibili interferenze; le garanzie qualitative ottenute e le economicità conseguibili; quant’altro utile a rafforzare l’immagine della Fondazione. Il tutto, d’ora in poi, sia reso accessibile on line, nel sito istituzionale, dando così alla città l’opportunità di verifiche certe, nel solco delle best practices di stampo europeo, senza che debbano essere i cittadini-soci a dover chiedere informazioni specifiche in merito”.

“Molte fondazioni bancarie – concludono Italia Nostra e Wwwf – hanno preferito per lunghi anni riparare dietro un’incomprensibile cortina fumogena la loro attività di stazione appaltante: ecco allora che Terni potrà rappresentare quell’eccezione che tornerà utile non solo per l’oggi, ma in vista della riforma legislativa di un meccanismo di finanziamento di progetti sul territorio comunemente valutato come opaco e sorpassato”.

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