Terni, indagine su Atc3, per gdf danno erariale di oltre un milione: rimborsi spese e sperpero di denaro

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finanzaRimborsi per spese mai sostenute, soldi pubblici utilizzati per fare i regali di Natale a parenti ed amici, assunzioni irregolari di nuovi dipendenti pubblici. Sono alcune delle accuse che la guardia di finanza rivolge ad alcuni responsabili dell’Associazione Ambito Territoriale di Caccia 3 che avrebbero causato un danno erariale di un milione e duecentomila euro.

L’Associazione Ambito Territoriale di Caccia 3 è l’organo deputato alla gestione della caccia sul territorio provinciale di Terni e finanziata, prevalentemente, con contributi Regionali e Provinciali. Nell’inchiesta della guardia di finanza di Terni ben 49 persone, presidente compreso, sono state denunciate alla procura regionale della Corte dei conti.

Di varia natura le irregolarità riscontrate dalle fiamme gialle tra il 2007 ed il 2011: dalle spese per 600 mila euro, indebitamente sostenute per assumere personale con contratti a tempo indeterminato – in palese violazione al regolamento regionale – alla nomina di 4 consulenti esterni (nonostante la normativa regionale preveda la possibilità di nominare uno solo) assunti con contratti di collaborazione o a progetto che si rinnovavano tacitamente, come fossero, di fatto, dipendenti a tempo indeterminato ed erogando, in tal modo, a loro vantaggio compensi per un totale di circa 450.000 euro. L’associazione si sarebbe anche avvalsa di un’altra associazione di volontariato, appositamente creata per sostenere spese finanziate dalle casse della stessa Atc3 e creando, in tal modo, una ingiustificata quanto inutile duplicazione di costi pari a circa 120.000 euro.

Sotto accusa della guardia di finanza anche i rimborsi richiesti dal presidente dell’Atc3 per spese di viaggio, che non hanno trovato giustificazione in alcun tipo di documentazione o altre risorse finanziarie utilizzate per rimborso delle spese di gestione non inerenti all’attività dell’associazione. Rimborsi che per le fiamme gialle venivano ottenuti soprattutto sotto il periodo natalizio, quando venivano effettuati, con soldi pubblici, spese per regali di natale, acquisti di profumi vari, strenne natalizie, ricariche telefoniche e simili.

“Un ingente ed ingiustificato sperpero di denaro pubblico, insomma, venuto alla luce tramite lunghe indagini che hanno evidenziato condotte non in linea con i principi di sana e corretta gestione amministrativa e per le quali viene oggi richiesto un rimborso a vantaggio delle casse dello Stato” conclude la guardia di finanza.

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