Terni, Ipercoop licenzia due dipendenti: ”Accusati di aver mangiato merendine”. Sdegno di Cobas e Prc

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ipercoop-via-gramsci-terni“Alla fine di novembre sono arrivate le lettere di licenziamento a due lavoratori della Coop con l’accusa di aver rubato merendine e caramelle esposte in un contenitore del magazzino”. La denuncia fa riferimento all’Ipercoop di Terni e arriva dai Cobas della Coop che criticano duramente il grave provvedimento. Critiche arrivano anche dal Partito della rifondazione comunista che polemizza anche con la Cgil rea di non aver preso posizione contro i licenziamenti.

Cobas. Per i Cobas “la questione apre molte perplessità sulle forme di controllo e videocontrollo illegale all’interno della Coop, ma soprattutto sull’opportunità di procedere a misure così drastiche ed infamanti per i lavoratori. Dopo decenni di lavoro in Coop qual è la logica che porta a licenziare lavoratori, uno dei quali vicino alla pensione, con l’accusa, tutta da dimostrare tra l’altro, di essersi mangiati qualche caramella? Infatti tra i lavoratori prevale la perplessità: per anni in Coop il materiale deteriorato era a disposizione dei lavoratori e mangiare un dolcetto non è proprio lo stesso che organizzare e perpetrare un furto”.

“Un romanzo di Camilleri con protagonista Montalbano si intitola proprio il “ladro di merendine”, a sottolineare l’inconsistenza della questione, ed allora cosa passa in mente a Coop Centro Italia in questo momento di crisi, di mettere sulla strada due lavoratori per una questione così risibile? Può la stessa Coop presentarsi come moralizzatrice assoluta dopo le operazioni finanziarie che l’hanno vista protagonista di investimenti (e perdite sostanziali di milioni di euro, spesso del “prestito sociale”) in Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Spoleto e nell’operazione Fondo Etrusco?”.

Poi una stoccata al sindacato rosso: “Come mai un sindacato come Filcams Cgil si è rifiutato di organizzare un’assemblea in solidarietà coi lavoratori licenziati, facendo di fatto saltare una risposta unitaria dei lavoratori?”. Infine “gli autorganizzati ed i Cobas della Coop, rifiutando i licenziamenti e ritenendoli quantomeno inopportuni, eccessivi e lontani dalla storia e dalla pratica del movimento operaio da cui Coop proviene, lanciano una campagna di solidarietà con i licenziati della Coop per garantire loro le spese legali per opporsi ai licenziamenti”. In particolare è stata organizzata una raccolta fondi per contribuire alle spese legali che i due licenziati dovranno sostenere.

Prc. Il Partito della rifondazione comunista di Terni ritiene “inaccettabile il licenziamento dei due lavoratori della Coop Centro Italia di Terni accusati, secondo quando riferiscono i rappresentanti sindacali di base dell’ipermercato, del furto di prodotti dolciari per un importo di pochi euro. Il PRC chiede il ritiro del provvedimento e l’immediato reintegro sul posto di lavoro dei due lavoratori”.

Per il Prc “in ogni luogo di lavoro, per regolare l’organizzazione delle attività, ci sono regole scritte e non scritte. Quest’ultime, venendo tacitamente rispettate da tutti, nell’arco della giornata lavorativa, hanno pari validità, perché funzionali e regolatrici dei rapporti tra subordinati e capi. All’ipermercato, come affermano i colleghi dei licenziati, era consuetudine che la merce deteriorata, oramai invendibile, fosse a disposizione dei dipendenti. Ma le regole non scritte smettono di essere valide nei momenti di conflitto ed anzi diventano un’arma impugnata contro i lavoratori, come nel caso in questione. Ed è da tempo che c’è conflitto all’interno dell’ipermercato di via Gramsci su diverse questioni sindacali, come evidenziato anche pubblicamente dalle polemiche sulla gestione delle festività del 25 Aprile e Primo Maggio. E così si arriva al punto che per il consumo, non autorizzato, di qualche merendina o caramella non più commerciabile, scatti l’accusa di appropriazione privata e si mettano, dopo anni di servizio, due persone (una delle quali sulla soglia della pensione) e le loro famiglie, d’improvviso in mezzo alla strada”.

“Un provvedimento spropositato e di inaudita violenza – continua il Prc – se si pensa che è stato preso, a quanto pare, senza prima ricorrere al richiamo o applicando sanzioni disciplinari meno gravi del licenziamento. La cosa grave, ma ormai non più sorprendente, è il silenzio, sulla vicenda, dei sindacati confederali, Cgil compresa” è la stoccata che anche Prc indirizza alla Cgil.

Per il Prc di Terni “di casi simili a questo, nel silenzio generale, ce ne sono decine ogni giorno in tutto il territorio nazionale: è il frutto della cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Mano libera ai padroni di licenziare come e quando vogliono: questa è la ricetta che dovrebbe portare a nuova occupazione, anche secondo il ‘giovane Renzi’, neo segretario di quel partito che, solo qualche decennio fa, era alla testa del movimento operaio e rappresentava il più forte partito comunista d’occidente”.

In conclusione, il Prc scrive: “Che tutto questo accada dentro un’azienda come la Coop (con il suo particolare patrimonio storico) che ha, per ironia della sorte, la propria sede in una via dedicata ad Antonio Gramsci, è la migliore rappresentazione della drammatica involuzione democratica e culturale del nostro Paese e del vero significato del riformismo propinato in questi anni dalle forze politiche di Governo, come unico rimedio alla crisi economica. E’ ora di opporre alle controriforme dei padroni e di questo Governo un nuovo protagonismo delle classi lavoratrici e dei loro diritti, partendo dai territori e dalle tante, troppe prevaricazioni che si consumano quotidianamente, come nel caso dei due licenziati alla Ipercoop di Terni”.

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