Oggi pomeriggio a Terni era in programma il comizio elettorale del candidato sindaco Piergiorgio Bonomi sostenuto da CasaPound (di cui da anni è responsabile provinciale). Erano presenti anche alcuni antifascisti e le forze dell’ordine. Poco prima che iniziasse il comizio, un gruppo di militanti di CPI, sono entrati nella antistante biblioteca comunale, hanno raggiunto un giovane che era affacciato ad una finestra e gli hanno messo le mani addosso. Poco dopo sono intervenute le forze dell’ordine riportando la calma. Il ragazzo ha riportato lievi ferite.
Il comizio si è poi svolto regolarmente mentre il giovane lievemente ferito è stato portato in questura ed avrebbe presentato una denuncia. Gli antifascisti presenti hanno intonato cori alzando il pugno chiuso.
Secondo la ricostruzione di alcuni presenti, il giovane affacciato al balcone della biblioteca stava solo scattando alcune foto. Interpellato via Facebook, il candidato sindaco Bonomi ha detto: “E’ stato strattonato dopo che dal balcone della BCT volavano insulti e non solo. Vergognoso è permettere a 150 criminali di urlarci contro offese e minacce”. Quindi il giovane stava insultando e minacciando? “Lui non lo so – risponde Bonomi – era più di uno e stavano al balcone, io sono rimasto sotto, non ero presente. Poi abbiamo chiesto di farli togliere dal balcone e c’è stato uno scambio di battute sulle scale. Ma parliamo di strattonatura, non so che reato sia”. Aggiunge Bonomi: “Siamo stati gravemente offesi e provocati anche con cori anche contro la mia persona”.
Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, in una nota ha scritto: “Intendo esprimere la più ferma condanna nei confronti del gesto compiuto oggi pomeriggio da alcuni militanti di Casapound, prima del comizio organizzato dal movimento. Alcuni di loro si sono introdotti negli spazi della biblioteca comunale, provocando il ferimento lieve di un giovane e causando momenti di forte tensione. Una condotta che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi se non fossero prontamente intervenute le forze dell’ordine. La violazione di quello che è il simbolo della cultura cittadina, con intenti tutt’altro che civili e pacifici, la dice lunga sulla reale natura di Casapound e dei suoi militanti”.