Nato a Napoli, arrivato a Terni alcuni anni fa come sportivo professionista e rimasto in città in case in affitto pagate dalla madre, disoccupato, nullafacente e violento. Per anni ha maltrattato sue diverse fidanzate conviventi, violenze fisiche e psicologiche mai denunciate per paura di ritorsioni. Ieri è stato arrestato.
Le vicende sono iniziate a venire a galla l’11 dicembre 2013 quando sulle scrivanie della seconda sezione della squadra mobile ternana è arrivato un referto medico dell’ospedale Santa Maria di Terni dove risultava che una ragazza fosse stata curata per delle lesioni ed ecchimosi, giudicate guaribili in 10 giorni, provocate da “persona conosciuta”. Sono subite partite le indagini. La ragazza è stata ascoltata ma, nonostante i lividi visibili e un vistoso occhio nero, all’inizio si è mostrata reticente, poi ha iniziato a parlare: ha raccontato di un rapporto di convivenza iniziato ad aprile del 2013 e finito al pronto soccorso quella sera di dicembre, quando dopo l’ennesima volta che era stata picchiata aveva deciso di farsi medicare (spinta anche dai genitori). Non solo percosse, ma anche ingiurie, periodi di segregazione, minacce di morte , indirizzate anche ai familiari, anche questi terrorizzati dal trentenne.
Gli agenti hanno allora iniziato a raccogliere testimonianze e a ricostruire la vita dell’uomo: precedenti per spaccio, mai un contratto di affitto intestato a suo nome, numerosi rapporti sentimentali, sfociati quasi sempre in convivenze. Sono state rintracciate altre tre ex-fidanzate: due, spiega la questura, si sono un po’ aperte con gli agenti ammettendo le sofferenze sia fisiche, che psicologiche (per una di loro concretizzatesi in una forma grave di anoressia) mentre la terza al momento di essere ascoltata dalla polizia era stata ricontattata dall’uomo ed aveva deciso di non parlare più con gli agenti. Dai racconti raccolti era comunque emerso un quadro drammatico: calci, pugni, morsi sui glutei, ingiurie ed offese mirate ad annullare la personalità delle ragazze.
Lo scorso aprile, la squadra mobile ha inviato al pubblico ministero Francesco Novarese i risultati degli atti delle indagini, dai quali emerge che le violenze sono iniziate nel 2009 e non si sono mai interrotte: a cambiare di volta in volta soltanto la vittima. Il pm ha subito richiesto al giudice per le indagini preliminari di applicare gli arresti domiciliari per maltrattamenti, violenza e lesioni.
Richiesta accordata dal gip Maurizio Santoloci che ha emesso l’ordinanza e ieri gli agenti sono andati a prendere il trentenne a casa della nuova fidanzata. Nella motivazione del giudice si legge fra l’altro: “Le indagini hanno potuto accertare dai fatti la carica aggressiva dell’indagato … considerato che, come in questo caso, è realistico che le condotte violente e vessatorie siano poste in essere nell’ambito della dimora e comunque in assenza di terzi e che dunque si tratta di crimini familiari operati spesso entro una atavica monade comportamentale sigillata dal confine apparentemente impenetrabile delle mura domestiche individuate dalla volontà delinquenziale degli autori come perfette complici silenti delle loro azioni violente”.