Ast come l’Ilva di Taranto: l’acciaieria di Terni va commissariata per disastro ambientale e Thyssenkrupp deve accollarsi i costi per la bonifica ed il risanamento ambientale. A sostenerlo è il presidente di Italia Nostra Terni, Andrea Liberati, che aveva avanzato questa ipotesi già lo scorso luglio.
Duro il giudizio di Liberati nei confronti delle istituzioni locali, accusate di aver per anni tenuto nascosti i dati che mostrano il disastro ambientale e molto critico nei confronti della magistratura, per condotte inadeguate e preoccupanti.
Il comunicato del presidente di Italia Nostra Terni, Andrea Liberati:
“La Thyssen va commissariata: lo abbiamo chiesto in luglio e lo ripetiamo oggi, quale che sia l’esito delle trattative in corso a Roma. La situazione ambientale è fuori controllo e oggi ci sono dati incontrovertibili a supporto di un provvedimento che andava doverosamente adottato sin dal 2012, senza dare ai tedeschi la possibilità di umiliarci in questo modo, salvaguardando invece maestranze e salute. L’azienda, infatti, ha grandissima responsabilità nell’avvelenamento delle acque di falda, dei suoli e dell’aria. E ora il passaggio degli inquinanti nella catena alimentare, occultato da almeno due anni.
Se i ternani, ma anche gli stessi sindacati, avessero saputo quel che le istituzioni inspiegabilmente hanno omesso, siamo sicuri che saremmo andati a trattare, oltretutto nudi, visto che le cause di tanto sfregio sono tutte tedesche -e dei loro sodali locali, s’intende? Qualcuno ha informato il ministro Federica Guidi di quel che è affiorato in questi mesi a Terni sotto il profilo ambientale, alimentare e sanitario?
Se Asl e altri enti –Regione, Provincia e Comune in primis- avessero detto il vero sin dalle prime analisi, peraltro richieste dal Ministero della Sanità (anno 2011), avremmo dunque potuto procedere a un legittimo commissariamento, come avvenuto a Taranto, ascrivendo ai proprietari i relativi costi del risanamento, presumibilmente miliardari, creando parimenti nuova occupazione e nuove filiere.
Invece solo frottole, probabilmente propalate per decenni. La Regione Umbria ha infine approvato tardivamente e senza alcuna convinzione l’Area di crisi complessa, ancora nemmeno dichiarata dallo Stato, arma già spuntatissima, quando Taranto, ma anche Piombino, stanno accedendo ai relativi fondi, con accordi di programma stabiliti da tempo.
Abbiamo sopportato singolari attacchi mediatici persino da parte di qualche sindacalista davvero poco informato, soltanto perché mesi fa accostammo la supposta ‘eccellente’ Terni a Piombino. Ma ecco che, improvvisamente, cade il cerone e si disvela la realtà poco tempo dopo: Terni in grave crisi -evidente ancor prima della retorica parata dei 130 anni, cui non abbiamo volutamente partecipato- e in pesante ritardo nell’individuare una qualsiasi prospettiva per il futuro, oltre alla atavica assenza di alternative credibili all’industria pesante, dopo il tramonto del comparto chimico e dopo aver perso il treno dell’ICT negli anni ’90.
Infine il paradosso, certo coerente con la realtà, di assistere allo spettacolino di questi mesi che vede i tedeschi, primi responsabili di un disastro ambientale in corso da tempo, invitati a trattativa in posizione di incondizionata forza, quando avrebbero dovuto viceversa salire da tempo gli scalini di Palazzo di Giustizia, rispondendo dei danni cagionati.
In questo senso abbiamo subito troppo a lungo condotte inadeguate e preoccupanti anche da parte della Magistratura, con una singolare e ultradecennale inerzia a fronte di decine di esposti. Tuttavia, come è noto, la Giustizia alla fine arriva. E’ accaduto a Taranto e altrove; succederà pure qui. Noi vi aggiungiamo nostre istanze, ispirate al rigoroso ripristino del diritto.
Peccato che, nel frattempo, lorsignori avranno licenziato altre centinaia di persone, desertificando ulteriormente Terni. Danni e beffe prodotti anzitutto da coloro che potevano, ma non agirono, anteponendo una meschina menzogna, utile a lucrose carriere di piccoli uomini, rispetto a una scomoda verità cruciale alla libera vita di tutti, verità declinata in dati ora oggettivi e inoppugnabili”.