L’ex vescovo della Diocesi di Terni, monsignor Vincenzo Paglia, è stato scagionato dalle accuse in relazione all’inchiesta sulla compravendita del Castello di San Girolamo (Narni). L’attuale presidente del Pontificio consiglio per la famiglia era stato indagato per turbata libertà degli incanti, truffa ai danni del Comune di Narni, abusivo esercizio del credito e appropriazione indebita. Tutte accuse cadute: il gip del tribunale di Terni ha accolto la richiesta della Procura di archiviazione.
Nel decreto di archiviazione il gip definisce “certa la totale estraneità” di monsignor Paglia “il quale, anzi, risulta avere agito sempre, nell’espletamento del suo mandato pastorale, con l’unico meritorio obiettivo di assicurare alla realtà cittadina un riscatto in termini sociali e culturali”.
PAGLIA Lo stesso Paglia commenta: “Prendo atto con grande soddisfazione della decisione presa dal magistrato inquirente che sancisce la mia totale estraneità ai fatti contestati o a eventuali altri illeciti. Termina così per me un non facile periodo di prova. Ho sempre confidato nel lavoro della magistratura. Quando seppi della chiusura delle indagini che mi riguardavano, dissi che credevo anche nella ‘giustizia terrena’. Termina così per me un non facile periodo di prova. Ringrazio coloro che hanno contribuito all’emergere della verità e i tanti che mi sono stati vicini in questo tempo con amicizia e fiducia. Sono certo che un approccio all’intera vicenda più sereno e disteso aiuterà il popolo cristiano di Terni-Narni-Amelia a continuare il suo impegno evangelico e a vivere con intensità l’anno giubilare della Misericordia”.
Aggiornamento ore 18,15 IL LEGALE Il legale di monsignor Paglia, l’avvocato Manlio Morcella, commenta: “E’ stata innegabilmente premiata la scelta di monsignor Vincenzo Paglia di difendersi nel procedimento e non dal procedimento. La difesa, sia attraverso la produzione di una lunga memoria, corredata da una molteplicità di documenti, sia attraverso un articolato interrogatorio richiesto dall’interessato e prontamente concesso dal pm, ha provato la completa estraneità del vescovo dai fatti che erano stati ipotizzati a suo carico. La svolta delle indagini è stata dunque determinata dagli inconfutabili chiarimenti offerti all’organo inquirente da monsignor Paglia”.
L’avvocato Morcella si è soffermato anche sulla questione dei debiti della diocesi di Terni: “Deve essere precisato che l’ argomento è in tutto e per tutto autonomo dalle contestazioni che in sede penale erano state mosse a carico del vescovo Paglia. E’ comunque necessario rilevare che la consistenza patrimoniale della diocesi è stata significativamente aumentata durante il ministero del vescovo Paglia: per valori espressi in milioni di euro, di gran lunga superiori alla esposizione debitoria. Non certo occasionalmente, proprio in forza della garanzia connaturata a tale patrimonio immobiliare per la diocesi si è reso possibile ricevere i finanziamenti dallo Ior e dalla Cei utilizzati per l’estinzione degli scoperti bancari. E sarà infine la conversione di tale patrimonio che da un lato, permetterà alla diocesi di rimborsare i crediti vantati dalla Cei e dallo Ior, mentre d’altro lato, consentirà ad essa nuovi investimenti”.
“Tutto ciò – ha concluso l’avvocato Morcella – per favorire una rivisitazione totalizzante ed obiettiva della vita e dell’assetto della diocesi di Terni durante il ministero di monsignor Paglia, quando il lavoro della Chiesa ternana ha lasciato segni indelebili di arricchimento del contesto di riferimento, sotto il profilo pastorale, sociale, economico e culturale”.
Aggiornamento ore 20,25: DIOCESI In una nota la Diocesi di Terni scrive: “Abbiamo sempre avuto fiducia nella buona fede dell’operato del vescovo Paglia riguardo alla vicenda della compravendita del castello-convento di San Girolamo, e ora gioiamo nel vedere riconosciuta, dall’autorità giudiziaria, l’estraneità dai fatti che gli erano stati contestati. La comunità diocesana di Terni prende atto con soddisfazione dell’archiviazione dell’indagine. Molti, nei due anni trascorsi hanno dimenticato che una persona è innocente fino a sentenza definitiva. Nel contempo continuiamo ad avere fiducia nella magistratura, che certamente chiarirà le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda, dalla quale la diocesi ha ricevuto un notevole danno”.
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