I menù scolastici migliori? Quelli dove ci sono cucine in loco e dove esiste un gruppo che controlla la qualità del prodotto. Lo dice una indagine a campione somministrata dalla Rete Commissioni Mensa ai genitori degli alunni delle scuole di 40 comuni italiani divise fra quelle dove il servizio è affidato ad aziende comunali ed altre dove invece è affidato a ditte esterne. Il parametro di valutazione è il cosiddetto menù a punti, introdotto dalla Asl 2 di Milano, che assegna un determinato punteggio a ciascun tipo di prodotto che viene somministrato secondo diversi parametri (tipologia, stagionalità, conservazione, manipolazione, frequenza di somministrazione, fresco o surgelato).
Il questionario è stato semplificato e pubblicato sul sito Foodinsider. Oltre ai genitori, hanno compilato il questionario, poi inviato in visione ai comuni o agli operatori sanitari cui compete l’approvazione del menù e ai fornitori del servizio, anche i referenti delle Commissioni mensa.
Terni ne esce bene: è al sesto posto di questa classifica con 91 punti, insieme a Pordenone e dietro a Bolzano. Perugia, per dire, è solo al tredicesimo posto mentre la città col menù migliore è Jesi con 113 punti, due in più rispetto a Trento. Il podio si completa con Bologna (105).
Per quanto riguarda Terni il menù più gettonato prevede 10 volte la carne su 20 pasti mensili (6 di carne rossa), tre volte al mese quelle conservate, 4 volte su 20 i legumi, 2 volte le uova, 3 il formaggio e 4 il pesce (quattro varietà: merluzzo, platessa, tonno e sogliola). Polpette, polpettone di manzo e bastoncini prevalgono fra i secondi processati, 3 o 4 volte alla settimana vengono somministrate verdure (non surgelate). Per quattro volte il contorno è costituito da patate mentre oltre alla pasta (vengono anche somministrate le ciriole tipiche ternane) e il riso, c’è un altro cereale tirato in ballo, cioè l’orzo. Niente frutta a merenda, niente dolce in alternativa alla frutta. Si ai prodotti integrali, mentre l’80-90% dei prodotti sembra arrivare da produzione biologica.
Trento e Terni, sottolinea l’indagine, sono comuni dove c’è una contribuzione molto alta da parte delle famiglie ai costi del servizio, cucine in loco e una governance dell’amministrazione sul servizio ma questo secondo chi ha compilato il questionario, avrebbe dato risultati migliori, alla pari di realtà come Bologna e Pisa dove i genitori hanno partecipato al processo di controllo della mensa scolastica.