Dovrebbe essere la città delle acque invece persino le fontane sono all’asciutto. La denuncia arriva dall’associazione Terni Città Futura che ha scattato una serie di foto mostrando la situazione di degrado di molte delle principali fontane. Immagini da cui si ricava la sensazione di incuria e abbandono per alcuni dei simboli di Terni.
LE FOTO:
Il comunicato di Terni Città Futura:
“Tra le pieghe della storia della nostra città emergono spesso dei fatti curiosi, tra questi uno che aveva colpito la fantasia di alcuni viaggiatori dei secoli passati, tanto che se ne trova traccia in diversi appunti di viaggio risalenti alla metà del Settecento.
Due viaggiatori, in particolare, erano rimasti colpiti da una singolare fontana che sorgeva nell’allora Piazza del Mercato (oggi Piazza Solferino), questa aveva la caratteristica di essere completamente asciutta, infatti non gettava acqua ed era opinione diffusa che non ne avesse mai gettata, tanto da meritarsi una lapide con incisi dei versi che recitavano: “O voi, che qui trovare acqua pensate, Se non piove dal Ciel, non l’aspettate”.
Di questa fontana oggi non rimane più traccia, inghiottita dalle trasformazioni che hanno modificato l’aspetto della città, ma oggi più che mai Terni abbonda di fontane che non buttano acqua, riproponendo su scala amplificata quella curiosità che tanto aveva colpito i viaggiatori di quasi tre secoli fa. A quanto pare i secoli passano ma certe caratteristiche permangono immutate. L’indiscusso e secolare rapporto di Terni con l’acqua, il suo stesso nome significa infatti città tra i fiumi, non ha lasciato grandi esempi di fontane e quelle più monumentali sono di fatto scomparse con la modernità.
La più importante delle fonti storiche era la monumentale realizzata nel 1648, sulla piazza Maggiore, oggi Piazza della Repubblica, demolita nel 1887 per l’apertura di Corso Tacito e mai più ricomposta, di cui rimangono le sfingi, oggi ai Giardini della Passeggiata; poi la vasca sulla Piazza del Duomo, tutt’ora esistente, rimodellata coi gruppi scultorei aggiunti negli anni ’30 del Novecento da Corrado Vigni. Altre piccole fonti in muratura sono state realizzate a metà Ottocento dal Comune, di queste ci restano quella in Via Sant’Alò ed un’altra che sorgeva in Via Barbarasa in seguito ricomposta accanto al monumento a C. Tacito. La Terni industriale era caratterizzata, invece, dalle numerose fontanelle in ghisa, ancora visibili in giro per la città, tra cui spicca la fontanella ternana per eccellenza quella a stele, in molti casi realizzata agli inizi del Novecento dalle Officine Bosco. Nel 1936 venne realizzata la fontana monumentale di Piazza Tacito, su disegno di M. Ridolfi e M. Fagiolo, ornata dai mosaici di C. Cagli. Altre fontane sono state realizzate in epoca recente, da quelle dei Giardini della Passeggiata, a quella che ospita la statua del Thyrus nei Giardini di Via Campofregoso, alla Piramide in Piazza Solferino, a quella della Piazza Paul Harrys dirimpetto all’Anfiteatro, alla fontana in Piazza Europa, a quelle di Viale della Rinascita e sul lato della ex Chiesa di San Tommaso, tanto per citarne alcune. Fontane di epoche diverse, ma quasi tutte accomunate al giorno d’oggi da una pessima sorte, interessate tutte da un degrado più o meno avanzato e soprattutto in gran parte ormai a secco d’acqua; solo di recente si è messo mano al restauro di quella in Piazza Tacito, di cui si fatica a vedere la conclusione, per tutte le altre poco o nulla si è fatto, sembrerebbe a perpetuazione di un legame molto difficile tra Terni e le sue acque.
Un aspetto così importante della nostra città merita maggiore attenzione, le nostre fontane dovrebbero essere manutenute e conservate in buono stato; la smania di Terni per il rinnovamento deve tener conto che ogni cosa nuova che si realizza va poi tenuta in funzione ed in buono stato d’uso e non dimenticata e lasciata marcire, abbandonata al suo destino”.