Consiglio comunale approva piano d’ambito ma non vota su incenerimento. Indignazione di Comitato e cittadini

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A cosa serve il Consiglio comunale? Oggi pomeriggio molti arrabbiati cittadini ternani si sono posti questa domanda. E’ infatti accaduto che i rappresentanti eletti nella istituzione locale si siano rifiutati di esprimere e votare un documento sull’incenerimento nonostante due settimane prima avessero garantito che lo avrebbe fatto (qui l’articolo). I consiglieri si sono limitati a votare il piano d’ambito dell’Ati 4 per la gestione dei rifiuti (che è stato approvato 21 voti a favore e 3 contrari) ignorando tutte le richieste che esponenti di associazioni ambientaliste e decine di comuni cittadini hanno rivolto loro.

In sostanza, nessun consigliere comunale ha accettato di proporre un atto di indirizzo redatto dalle associazioni e consegnato due settimane fa a presidente del Consiglio, capigruppo e sindaco (in quella circostanza avevano invece promesso che almeno un consigliere di maggioranza e uno di opposizione avrebbe apposto la propria firma permettendo così la votazione dell’assemblea). In questo modo il documento non è stato votato: il Consiglio comunale si è rifiutato di esprimere un parere (favorevole o contrario) sull’incenerimento dei rifiuti a Terni.

Nella sala consiliare e fuori Palazzo Spada si sono levate alte le proteste. Decine di cittadini hanno gridato “vergogna!” nei confronti dei consiglieri e del sindaco Leopoldo Di Girolamo di cui è stato più volte ricordata la professione di medico (volendo con questo sottintendere che dovrebbe avere più a cuore il tema della tutela ambientale e con esso della salute dei cittadini). Verso i politici sono volati un bel po’ di insulti. Un membro del Comitato No Inceneritori ha criticato il comportamento di alcuni rappresentati che addirittura per evitare di affrontare l’argomento dell’incenerimento “si sono nascosti nelle stanze di Palazzo Spada” mentre il primo cittadino “se la rideva”. La conclusione è che “oggi hanno votato sì alla riaccensione dell’inceneritore”.

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In rete, su Facebook, si grida allo scandalo. Tanti cittadini, sia quelli presenti a Palazzo Spada oggi pomeriggio, sia quelli che hanno appreso la vicenda successivamente, si dicono “schifati”, “indignati” dal comportamento dei rappresentanti locali. Quello che colpisce molti cittadini che affidano i propri pensieri al social network, è la mancanza di riguardo nei confronti della salute pubblica e il disinteresse mostrato nei confronti delle richieste di centinaia di persone e diverse importanti associazioni.

Comunicato stampa del Comitato No Inceneritori: “Il Consiglio non rispetta l’accordo e nessun consigliere si è reso disponibile ad inserirlo nell’ordine del giorno.

Oggi si è scritta una delle pagine peggiori sul tema dell’incenerimento a Terni: in aula si è decantato il Piano d’Ambito che semplicemente sospende per tre anni il ricorso al trattamento termico, disegnando una condizione idilliaca che fa a pugni con la realtà ad esempio del porta a porta, mentre nessun consigliere, nemmeno uno, ha avuto il coraggio di firmare ed inserire il nostro atto all’ordine del giorno. Nel frattempo l’inceneritore riprenderà a funzionare anche senza rifiuti urbani.

Quindi non solo il Consiglio, i partiti di maggioranza e opposizione, il Sindaco non hanno rispettato l’accordo preso il 19 novembre, ma non hanno avuto nemmeno la decenza di recuperare il pessimo gesto durante la seduta, stabilendo tempi e modi della votazione. Cosa per il resto possibile per regolamento.

Ci chiediamo se è mai possibile che un Consiglio Comunale non sia in grado di esprimere una opinione di opportunità o meno sulla riaccensione dell’inceneritore di ARIA spa, atto che in sé non implica alcuna azione diretta alla chiusura dell’impianto, cosa che per altro non è di competenza di un Comune; si è chiesto al Consiglio, quindi ai partiti e alle cariche istituzionali che lo compongono, un semplice parere politico. Ma forse è troppo?

Ovviamente la mobilitazione continua, stiamo mettendo in campo altre iniziative nelle prossime settimane, convinti che c’è ancora molto da dire e da fare; non dimentichiamo infatti che ACEA, malgrado la risposta parziale pubblicata sui giornali, dimentica di entrare nel dettaglio di alcuni quesiti posti, sulla cui risposta non demordiamo. Ad esempio l’uso del CSS così come le previsioni di combustibile fino al 2017 sono ancora domande inevase. Torneremo a farci sentire sia dall’impresa che dal Sindaco, che resta fino a prova contraria il primo responsabile della salute pubblica”.

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