“Con me non ci sono sotterfugi, dico quello che ho nel cuore”. In effetti, va dato atto, l’amministratore apostolico Ernesto Vecchi non ha mai negato l’esistenza di gravi problemi della Diocesi di Terni-Narni-Amelia e non si è mai nascosto dietro silenzi di convenienza. In una recente intervista ad una trasmissione locale ha spiegato che “negli occhi della gente di Terni, Narni e Amelia leggo il desiderio di chiarezza. Chiedo di avere fiducia perché il Papa mi ha inviato per fare del bene a questa Chiesa”.
Monsignor Vecchi ha poi scritto ai fedeli parlando della necessità dell’impegno di tutti per uscire da questa difficile situazione economica ma aggiungendo anche che “i nostri problemi non sono la fine del mondo”. Nella missiva replica soprattutto ad alcune indiscrezioni su don Franco Fontana, un parroco che l’amministratore apostolico ha recentemente nominato “moderatore” della Diocesi: una sorta di braccio destro (qui l’articolo). Su don Franco circolavano infatti voci di una sua condanna per aver coperto gli abusi sessuali compiuti da un altro sacerdote; Vecchi spiega invece che non c’è stata alcuna condanna: il tribunale di Milano lo ha assolto con formula piena.
La lettera di monsignor Ernesto Vecchi:
“Il 25 luglio prossimo sono 50 anni da che il cardinale Giacomo Lercaro mi ha ordinato sacerdote. Celebrerò questo evento con quanti vorranno unirsi a me, giovedì 25 luglio, nella cattedrale di Terni, alle 18.30. Ringrazio il consiglio episcopale per aver promosso questa iniziativa che vorrei condividere con tutto il presbiterio diocesano e in modo particolare con i sacerdoti miei coetanei nel sacerdozio: monsignor Antonio Maniero, monsignor Giorgio Brodoloni, monsignor Gianni Colasanti e don Samuele Vuillermoz.
Colgo l’occasione per chiarire un malinteso che ha suscitato in qualcuno una certa perplessità: la nomina di don Franco Fontana a Moderatore della Curia. Questa mia iniziativa, condivisa dalla conferenza episcopale umbra e presentata al segretario di Stato, il cardinal Bertone, che è un salesiano come don Franco, dallo stesso presidente. Gualtiero Bassetti, è stata approvata dalla Santa Sede, proprio per un particolare riguardo alla nostra chiesa.
Don Franco non sostituisce nessun ruolo ecclesiale ora in atto, ma va considerato un aiuto diretto alla mia persona, perché io possa svolgere al meglio il mio servizio di amministratore apostolico. La diocesi di Terni ha certamente dei bravi sacerdoti in grado di svolgere questo compito, ma non potevo sottrarre al servizio pastorale un altro sacerdote per metterlo a tempo pieno in Curia.
Don Franco è un sacerdote qualificato, che dopo l’esperienza ternana svolgerà funzioni molto importanti nell’Ispettoria salesiana Lombardo-Emiliana. Qualcuno, che dovrà rendere conto a Dio della sua malafede, ha messo in giro notizie malevoli su don Franco. La verità, a me fatta conoscere dall’interessato prima della sua nomina, è questa: don Franco, quando ricopriva il ruolo di vicario dell’Ispettore fu accusato di ‘favoreggiamento’ in una causa per molestie sessuali contro un sacerdote salesiano. Il Tribunale di Milano ha assolto don Franco ‘perché il fatto non sussiste’.
Carissimi tutti, ‘cerchiamo di non morderci gli uni con gli altri’, come scrisse a noi Benedetto XVI, se vogliamo mantenere viva la nostra ricca e bella tradizione ecclesiale e se vogliamo contribuire a risolvere i nostri problemi che, grazie a Dio, non sono la fine del mondo.
Qualcuno pensa che la mia assenza domenicale sia un problema: è vero, ma questa mia scelta fu presa nella convinzione che il mio servizio durasse tre o quattro mesi. Se ora le cose dovessero prolungarsi il ritmo della mia spola con Bologna potrà essere modificato. Con la ripresa del nuovo anno pastorale, se ci saranno impegni domenicali a Terni, avranno la precedenza. Ma il vero problema è la necessità di uscire da una precarietà economica e pastorale che richiede l’impegno di tutti. Non è tempo dei mugugni e dei sospetti, ma della carità pastorale vissuta. La Beata Vergine Maria, ci sostenga in questi propositi e per sua intercessione ci ottenga dal Signore la grazia di essere ‘un cuore solo e un’anima sola’, per il bene della nostra amata Chiesa”.