Non è ancora chiaro se i disabili pagheranno i buoni pasto a prezzo vecchio ridotto oppure raddoppiato, e non si sa nemmeno se potranno usufruire di un pasto intero oppure dimezzato.
La giunta comunale si riunirà martedì prossimo per discutere della questione in merito alla decisione di alzare improvvisamente il costo dei pasti ai centri diurni decisa con la delibera di giunta, la 416 del 20 dicembre 2011, che decreta di riportare il prezzo della mensa nei centri a totale carico dell’utente.
Inoltre, scrive Andrea Giuli sul Giornale dell’Umbria, c’è anche una lettera-verbale indirizzata alle famiglie chiamata in causa, su lettera intestata Asl e firmata dal coordinatore dei centri, dove viene comunicato “come emerso e discusso nella riunione del 22 febbraio 2012 presso il centro…, alla presenza dell’amministrazione comunale, del responsabile del centro e delle famiglie degli utenti, la decisione che i partecipanti hanno preso rispetto al costo del pasto al servizio mensa erogato nei centri diurni. L’assemblea ha visionato i due menu presentati: un pasto completo (primo, secondo, contorno, frutta o dolce, pane e acqua) per 6,82 euro e un pasto ridotto (senza secondo) per 5,50 euro. E’ stata preferita dall’unanimità dei presenti la seconda opzione”. Insomma la scelta era tra un raddoppio del prezzo per mantenere lo stesso pasto o un aumento dei prezzi più lievi per avere un pasto meno abbondante.
La lettera prosegue ricordando che, dal primo marzo 2012, la spesa dei buoni pasto (82,50 euro) sia a totale carico del richiedente, “ma nel caso siate ancora in possesso dei vecchi buoni pasto, potranno essere utilizzati fino al loro termine, per poi utilizzare i nuovi buoni col pasto ridotto”. Non è chiaro quante famiglie di disabili abbiano partecipato, ma la riunione ha fatto adirare e non poco le associazioni del settore, dicendo ai loro aderenti di non pagare, e creato scalpore tra i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione.