La procura di Terni vuole fare luce sulle ombre di Mafia Capitale e sugli interessi economici che hanno avuto nella Conca alcuni membri di spicco della presunta organizzazione criminale (Terni Oggi li aveva ricostruiti il 7 dicembre in questo articolo). Per questo, nei giorni a ridosso di Natale, ha delegato la guardia di finanza e il corpo forestale ad acquisire documenti relativi all’inceneritore Aria Spa di Maratta, e alla Cosp Tecno Service di Terni. Non ci sono indagati, come spiegato oggi dallo stesso procuratore Cesare Martellino, si tratta di “accertamenti preventivi quando ancora non si prefigurano ipotesi di reato, spesso sulla base di semplici notizie di stampa”.
Gli inquirenti vogliono quindi capire quali siano le attività e gli interessi economici di Mafia Capitale su Terni ed hanno iniziato le verifiche partendo da quelli di Massimo Mancini (considerato vicino a Massimo Carminati, aveva ottenuto un appalto milionario per il revamping dell’inceneritore di Maratta) e Salvatore Buzzi (presidente della coop 29 Giugno che per 12 anni ha intrattenuti rapporti di affari con la cooperativa ternana Cosp Tecno Service).
Inoltre, sempre in relazione a Mafia Capitale, tre umbri sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Roma. Si tratta di un cinquantenne di Narni che si era candidato alle ultime elezioni regionali del Lazio nella lista di Fratelli d’Italia, di un 67enne di Nocera Umbra professore universitario e manager di aziende nel settore dei rifiuti (entrambi residenti a Roma e accusati di turbativa d’asta, corruzione aggravata e finanziamento illecito) e di un ternano promotore finanziario di 47 anni, accusato di essere al servizio della presunta associazione criminale per operazioni finanziarie a San Marino.
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