“Oggi mancano 3.000 loculi che nel 2020 diventeranno 6.000. Inoltre il Comune si appresta a drenare per fare cassa 8.000.000 € dalle tasche di 5.000 famiglie per consentire il rinnovo delle concessioni rilasciate 40 anni fa. Una speculazione sul caro estinto che provocherà forti proteste.”
La denuncia arriva dal consigliere Enrico Melasecche, secondo cui “Uno dei settori che non porta voti ma che un’amministrazione seria deve assolutamente tenere sotto controllo è quello della edilizia cimiteriale.”
Venti anni fa – continua il consigliere – ereditai un’emergenza grave risolta brillantemente. Dopo due sindaci siamo di nuovo daccapo. Su diciotto cimiteri comunali, dai piccolissimi a quello urbano, ne ampliammo molti, recuperando progetti abbandonati da tempo.
Cesi, Papigno, Rocca S. Zenone, Collescipoli ma soprattutto quello di Terni subirono ampliamenti anche rilevanti e soprattutto di alta qualità architettonica. Un lavoro ciclopico prodotto a marce forzate creando una task forse che riuscì brillantemente a superare l’impasse gravissima ereditata.”
“Siamo però di nuovo daccapo – accusa Melasecche – nonostante che non si tratti di un problema di costi, ma solo di volontà e di capacità organizzativa, considerato che si tratta di opere realizzate totalmente a carico dei cittadini e con margini finanziari a favore del Comune. Giacciono 3.000 richieste che il Comune non evade e che, considerato il tempo necessario a realizzare un nuovo ampliamento ai ritmi odierni si arriverà a 7.000 richieste a fine 2021. È ripresa la questua per tumulare la salma del familiare deceduto nelle tombe di parenti ed amici.”
Ma per Melasecche il problema non finisce qui, infatti per lui è “Ancor più grave è la mancata realizzazione del forno crematorio del progetto “La buona terra” che lascio in eredità alla giunta Raffaelli, che avrebbe comportato un risparmio notevole di suolo verso Maratta ma anche economico per coloro che avessero fatto quella scelta.”
“Ma la notizia – prosegue – che sicuramente farà sobbalzare migliaia di ternani è quella relativa alla scadenza di circa 5.000 concessioni trentennali, esattamente 1224 ossari e 3264 loculi consegnati fra il 1976 ed il 1979, scadute ormai da parecchi anni ma che questa giunta non ha mai rinnovato, con probabile danno erariale, ed oggi si sveglia improvvisamente per fare cassa. Ognuna di quelle famiglie viene obbligata a pagare l’80% del costo di una nuova costruzione, quindi € 480 per gli ossari e una media di 2.300 € a loculo. In totale 8.000.000 di € che in una fase congiunturale difficilissima provocherà una mezza rivoluzione, perché il Comune pretende di riscuotere per un loculo di quaranta anni fa, usato, quasi come uno nuovo ma senza avere costi di costruzione.”
Per Melasecche “Una vera speculazione sul caro estinto.”
“Si prevede – conclude il consigliere – una sorta di disobbedienza civile particolarmente animata, tenuto conto che il Comune non potrà mai estumulare le salme dai loculi di coloro che si rifiuteranno di pagare. In II commissione è stata per il momento rinviata la delibera già protocollata affinchè sia il sindaco ad assumersi tale responsabilità e non il consiglio, quale propria iniziativa, a cui subdolamente qualcuno l’ha inviata nella speranza che nessuno se ne accorga.”