Regione chiede di accelerare differenziata o tornare a inceneritore. Comitato: ”Sit-in in Consiglio comunale”

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Il piano d’ambito dell’Ati 4 approvato lo scorso 2 agosto prevede, almeno per 3 anni, una (seppur non totale) rinuncia all’incenerimento in favore di una maggiore raccolta differenziata. Un piano che si allontana da quanto stabilito dalla Regione Umbria nel 2009 che prevedeva 40 mila tonnellate di rifiuti bruciati in un impianto di Maratta. Ora proprio la Giunta regionale con una delibera fa sapere che il nuovo piano d’ambito così com’è non va: se proprio si vuole rinunciare all’inceneritore, l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata va centrato entro il 31 dicembre 2014 e non entro il 31 dicembre 2015.

Insomma, l’incremento di raccolta differenziata va anticipato di un anno altrimenti l’inceneritore deve rientrare in funzione a pieno regime. Considerando il ritmo con cui negli ultimi anni è cresciuta la raccolta differenziata, ben difficilmente potrà essere centrato in due anni l’obiettivo del 65% (oggi è a circa la metà) senza un radicale ripensamento dell’intero ciclo dei rifiuti (che però non è contenuto nel piano d’ambito).

C’è qualcuno che oggi, a ragione, può dire “l’avevo detto”. Si tratta del Comitato No Inceneritori che fin da subito aveva bollato il piano dell’Ati 4 come “un bluf” (qui l’articolo). Oggi lo stesso comitato esprime tutta la sua perplessità sulla deliberazione della Giunta Regionale “votata tra l’altro anche da assessori dei partiti che a Terni hanno promosso la petizione, che, se non boccia, comunque mette in chiaro che il Piano d’Ambito dell’ATI 4 non ha tutte le carte in regola”.

Il comitato ricorda: ”Lo abbiamo denunciato fin dall’inizio che questo Piano era tecnicamente inefficace all’obbiettivo di eliminare l’incenerimento dei rifiuti urbani a Terni. La percentuale di differenziata fissata al 65% in tre anni, infatti, l’unica conseguenza a cui porta è il sovraccarico drammatico della discarica di Orvieto, rovesciando sui cittadini orvietani tutte le mancanze tecniche e di visione a lungo termine che invece avrebbero dovuto contraddistinguere la nuova pianificazione di ATI 4” .

Del resto sottolineano che oltre a questi elementi, nel piano d’ambito mancano impianti che nel corso di un anno possano trattare i rifiuti indifferenziati per inserirli nel circuito del riciclo. “Solo programmando, sull’esempio del Comune di Salerno, il raggiungimento del 72-75% in 18 mesi, assieme ad un credibile piano di porta a porta spinta, con i giusti mezzi e le giuste risorse, e delle politiche informative atte alla riduzione della produzione di rifiuti a monte, e da li conseguire un incremento progressivo nel triennio fino al 2015, che si può concretamente diminuire progressivamente il conferimento in discarica con tra l’altro un evidente risparmio dei comuni che pagano con alte tariffe proprio questa gestione sbagliata”.

I membri del Comitato insistono sul fatto che l’impianto a freddo per il recupero della porzione di indifferenziato (che consente di recuperare ulteriori rifiuti riciclabili e diminuire ulteriormente la frazione da destinare in discarica) dovrebbe essere insieme alle alte percentuali di differenziata, un elemento centrale dell’intera programmazione: “Questo è l’unico modo per non ricevere osservazioni come quella della delibera regionale in quanto la chiusura del ciclo non si fonderebbe esclusivamente sulla discarica e non sarebbe giustificato il ricorso all’incenerimento. Si tratta cioè di un modello ispirato alla strategia Rifiuti Zero”.

“Oggi la nostra battaglia è contro l’inceneritore di ARIA spa che comunque ritornerà a bruciare con il combustibile pulper, lo scarto del macero della carta, ma certamente ci preoccupa dover ritornare di nuovo sull’ipotesi dei rifiuti urbani. La battaglia è inevitabilmente di carattere regionale poiché va cambiato il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti che mantiene l’inceneritore di Terni tra gli impianti previsti”.

Il Comitato No Inceneritori insieme a WWF, Italia Nostra e Cittadinanzattiva da appuntamento a lunedì 19 alle ore 15,30 per un sit-in durante il Consiglio comunale ““perché è arrivato il momento di capire se il sindaco e i consiglieri tutti hanno la volontà di esprimersi direttamente e concretamente e dirci se vogliono o no che l’inceneritore di Acea riparta; la domanda è molto semplice mentre complicata la situazione che ha visto proprio qualche giorno fa la Giunta Regionale votare quella che noi definiamo una bocciatura del Piano d’Ambito”.

“Lunedì – spiega una nota congiunta delle associazioni – saremo in piazza proprio per mettere un punto a questa storia: i cittadini ormai si sono espressi con ogni mezzo, è arrivato il momento che lo faccia la politica tutta. Si sa che quando è alta la confusione è il momento migliore per far passare le peggiori misure, mentre la politica è impegnata in battibecchi elettoralistici la macchina burocratica comunque va avanti. Noi ci saremo anche per vigilare”.

In una nota congiunta Rifondazione Comunista di Terni e Italia dei Valori di Terni hanno espresso la propria contrarietà alla delibera della Giunta Regionale sul Piano d’Ambito dell’ATI 4. Questa la nota dei due partiti:

“La recente delibera regionale del 23 ottobre, riguardante la proposta del Piano d’Ambito dell’ATI 4, invita a modificare il Piano, prevedendo sia l’anticipazione della riorganizzazione del servizio di raccolta al 31 dicembre 2014 anziché alla fine del 2015, sia l’ipotesi di attivare il servizio di incenerimento della frazione secca residua qualora le verifiche tecniche di trattamento e recupero alternative all’incenerimento dessero esito negativo.

La delibera motiva tale decisione con la difformità che il Piano d’ambito dell’ATI 4 presenta rispetto al piano regionale dei rifiuti del 2009.

La federazione di Rifondazione Comunista e l’Italia dei Valori di Terni ritengono tale atto sbagliato ed inaccettabile, dal momento che il Piano Regionale di riferimento è di fatto superato sia per le nuove disposizioni di legge comunitarie nell’ambito dei rifiuti, sia per i limiti del Piano stesso, che mostra gravissime carenze nella previsione dei flussi, nell’impiantistica e nella tempistica, sia per il mutato quadro di riferimento umbro.

È il Piano Regionale che deve essere completamente riscritto, non il Piano dell’ATI 4.

Il Piano dell’ATI 4 rappresenta una posizione avanzata rispetto al piano regionale, conquistata in seguito al confronto ed alla massiccia partecipazione dei cittadini, che hanno mostrato sul tema dei rifiuti una coscienza ambientalista ed un’ interesse superiori al livello medio del quadro politico locale.

D’altronde il processo partecipativo fa parte della Valutazione Ambientale Strategica, prevista dallo stesso Piano Regionale, e la decisione della Giunta regionale sconfessa di fatto la richiesta di migliaia di cittadini ternani, che si sono mobilitati in questi mesi ed hanno firmato una petizione tesa a scongiurare il ritorno all’incenerimento dei rifiuti nella conca ternana.

Non vorremmo che, a fronte delle difficoltà nel rispettare un Piano regionale ormai fallito nelle sue previsioni e nella sua realizzazione, si prospettasse l’ipotesi di lasciare aperta a Terni la strada dell’incenerimento, da percorrere non appena si procederà, con l’istituzione dell’AURI, a regionalizzare in un unico ambito le politiche di gestione dei rifiuti: un’eventualità che riporterebbe le lancette del tempo indietro, a cui ci opporremo con tutte le nostre forze.

Il Piano d’Ambito dell’ATI 4, già votato all’unanimità dall’Assemblea dei Sindaci e da molti consigli comunali della Provincia, rappresenta solo al prima tappa di un percorso virtuoso, che prevede il recupero ed il riciclo massimo dei rifiuti, e l’abbandono definitivo dell’incenerimento.

Il piano, semmai, è ancora troppo poco incisivo su i temi della differenziazione dei rifiuti, della loro riduzione alla fonte, nonchè del loro riutilizzo, ed è in questa direzione che vanno compiuti i passi successivi.

Il PRC e l’IDV di Terni pertanto invitano il Sindaco ed il Consiglio Comunale di Terni ad approvare in tempi ristrettissimi il Piano d’Ambito, mantenendolo nelle sue forme attuali, ed a richiedere alla Regione ed alla Presidente di rispettare la volontà di migliaia di cittadini umbri”.

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