Trentasei anni fa, il 2 agosto del 1980, alla stazione ferroviaria di Bologna andò in scenauno dei più sanguinosi attentati della stagione del terrore, poi attribuito ad alcuni militanti dei Nuclei Armati Rivoluzionari di estrema destra, fra cui Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, condannati. Un ordigno contenente 23 chili di esplosivo, nascosti dentro una valigia abbandonata, venne fatto esplodere, devastando l’ala ovest della stazione provocando 85 morti, fra i quali il ternano Sergio Secci. Oggi, nell’occasione dell’anniversario, la presidente della Regione Catiuscia Marini ricorda il ternano perito nell’attentato dinamitardo.
“A trentasei anni di distanza dalla terribile strage alla stazione di Bologna, dove tra le 85 vittime c’era anche il giovane Sergio Secci, di Terni, è ancora forte in tutti noi il ricordo e il dolore. Una memoria che non deve mai venir meno”, dice Catiuscia Marini, che poi sottolinea come “in questo nostro tempo purtroppo la strategia stragista e del terrorismo, pur essendo di matrice diversa, comunque continua a colpire in Europa e nel mondo civili innocenti come erano le vittime della strage del 2 agosto a Bologna e come era il nostro Sergio Secci”.
“In questa ricorrenza vorrei anche ricordare – aggiunge Marini – la figura di Torquato Secci, padre di Sergio, che dal giorno della strage e per tutto il tempo che ha vissuto ha dedicato la vita alla ricerca della verità e delle responsabilità di quell’atto terroristico e criminale, dando vita all’associazione dei familiari delle vittime”.
“Un affettuoso pensiero vorrei rivolgerlo anche alla signora Lidia Piccolini, madre di Sergio e moglie di Torquato Secci, che con altrettanto senso civico sta ora portando avanti con forte impegno la missione dell’associazione che, attraverso la continua ricerca della verità – conclude la presidente -, contribuisce anche alla difesa della libertà e della democrazia”.