A Terni aumentano i cani randagi e le istituzioni mettono in campo delle azioni per porre un argine. Il fenomeno dell’abbandono degli animali infatti non è solo crudele, avvilente ed incivile ma rappresenta anche un grave rischio per l’incolumità di automobilisti e centauri; comporta inoltre pesanti costi pubblici. Oggi si stima che a Terni i cani randagi siano circa 6 mila; 1700 si trovano nei canili e ognuno di essi costa mille euro all’anno: si tratta di una spesa complessiva di un milione e 700 mila euro.
Ecco perché questa mattina presso la sala del Consiglio provinciale, Provincia e Comune di Terni, Corpo Forestale dello stato, Asl, Ordine dei medici veterinari e Wwf hanno sottoscritto un protocollo d’intesa contro il randagismo che prevede: più prevenzione, maggior numero di microchippature, più impegno nel coordinamento delle attività da parte delle istituzioni e innalzamento della cultura dell’adozione.
L’assessore provinciale all’ambiente Fabrizio Bellini e quello alla Caccia Filippo Beco hanno sottolineato la necessità di “passare dalle belle parole ai fatti concreti”, rimarcando il ruolo delle istituzioni nella riduzione del fenomeno del randagismo. Un fenomeno molto preoccupante e in crescita come è stato ricordato stamattina anche attraverso i dati. Dal rapporto Usl 2 Umbria, il gap esistente tra il numero di cani catturati e restituiti ogni anno è di circa il 30%. La stima del 2012 parla di circa 6.000 cani randagi nel territorio provinciale di Terni. Tutto ciò implica un aumento progressivo del numero dei cani randagi ricoverati presso i canili e i rifugi pubblici e in quelli privati convenzionati.
“Ogni cane costa in media 1.000 euro all’anno – ha spiegato il dirigente del servizio veterinario dell’Asl Roberto Giannelli – nei canili ce ne sono attualmente circa 1.700”. Giannelli ha anche reso noto che l’Asl ogni anno esegue circa 1.000 sterilizzazioni e che organizzerà alcune giornate di microchippatura gratuita “per sensibilizzare sul problema”, ha spiegato Giannelli. La Provincia di Terni sarà il soggetto coordinatore delle azioni e degli interventi previsti dal protocollo con la Polizia provinciale che interverrà nel controllo del randagismo nell’ambito dei compiti istituzionali in materia di attività venatoria e del controllo del territorio extraurbano.
“Dal rispetto degli animali – hanno affermato Bellini e Beco – si misura anche il livello di civiltà di una comunità. Proteggere i cani e gli animali da affezione in genere ha un valore sociale, sanitario ed economico perché riduce i costi per gli enti pubblici e quindi per i cittadini”.
Molto positivo anche il giudizio dell’assessore comunale Luigi Bencivenga: “Il problema del randagismo a Terni è molto presente, occorrono controlli e regole certe, per questo il protocollo firmato stamattina è un elemento di grande valore e significato”. Francesco Paolo di Dio, vice comandante del Corpo Forestale di Terni, ha reso noto che si stanno consegnando gli ultimi 6 lettori di microchip alle stazioni presenti sul territorio provinciale. “Questo consentirà di completare la rete di monitoraggio in tempo reale con un migliore efficentamento del sistema e un risparmio di denaro”. Danilo Serva, presidente dell’Ordine dei Veterinari di Terni, ha sottolineato il ritardo culturale che ancora esiste sul problema del randagismo ed ha giudicato positivamente il nuovo coordinamento istituzionale. “E’ fondamentale – ha aggiunto Maria Candiotti del Wwf – perché il volontariato ha bisogno assoluto di un soggetto istituzionale che possa gestire e coordinare i tanti volontari che ogni giorno prestano la loro opera sul fronte del randagismo, che a Terni e territorio assume dimensioni molto preoccupanti”.