Terni, chiesta archiviazione per polveri di Prisciano, Italia Nostra e WWF: ”Giustizia denegata”

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ast corriereLe polveri di Prisciano, materiale bianco proveniente dalle acciaierie di Terni che “imbianca” da anni il quartiere limitrofo, non sono solo al centro di grande attenzione mediatica (tra gli altri ne hanno parlato il Tg3 nazionale e il Corriere della Sera) ma sono anche oggetto di battaglia legale. Dopo l’ennesima denuncia formulata da decine di residenti, la Procura di Terni aveva avviato le indagini ipotizzando il reato di “getto di cose pericolose”. Nei giorni scorsi il pm ha infine chiesto l’archiviazione. A questo si oppongo i residenti ed ora la parola passa al gip che dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di archiviazione del pm.

All’archiviazione si oppongono oggi anche Italia Nostra Terni e WWF Umbria che parlano di “giustizia denegata”, criticano fortemente la decisione del pm e per la situazione ambientale auspicano a questo punto un intervento della politica “in sede governativa e parlamentare nazionale ed europea, così da tutelare concretamente la salute”.

Il comunicato stampa congiunto di Andrea Liberati (Italia Nostra Terni) e Giuseppe Rinaldi (WWF Umbria):

“Ma che bella la giustizia italiana: è davvero al servizio dei cittadini e dei più deboli?

Dalle cronache apprendiamo che un PM della Procura di Terni avrebbe archiviato le richieste contenute in un –ennesimo- esposto sottoscritto da ben 60 famiglie sulle famigerate polveri di Prisciano, quelle ‘ricche’ di nichel, cromo e arsenico per intenderci, sostenendo che la TK-AST ha già tutte le autorizzazioni necessarie. Autorizzazioni a cosa? A emissioni sine limite? Può graziosamente dirci il giudice, a questo punto, a chi dovrebbero rivolgersi costoro, visto che lamentano danni manifesti? C’è qualcuno in questo Paese che intenda rispondere compiutamente alle richieste dei cittadini, delle madri, dei loro e nostri bambini, e perfino di anziani assurdamente trascinati in trincea?

Rispetto a una situazione di emergenza assoluta, evidenziata da tutti coloro che hanno gli occhi aperti, dai media locali e nazionali, con un inquinamento industriale record, con un esponenziale crescita di denunce proprio su questi temi e interrogazioni parlamentari, si riduce tutto a forme giuridiche senza sostanza.

Forse sarebbe meglio se, su tale specifica questione, il procuratore capo riunisse e coordinasse il lavoro dei suoi sostituti, visti i numerosi fronti aperti. Quanto all’argomentazione addotta in questo caso –l’azienda è già titolare di AIA- ricordiamo sommessamente al PM che non poche aziende dotate di AIA sono state sanzionate proprio a seguito dei controlli disposti dal potere giudicante, anche con esiti clamorosi: l’AIA infatti non rende legibus soluti, non è uno scudo, ma uno strumento per procedere a serie verifiche. Si sta davvero facendo questo a Terni? Gli scriventi hanno già rilevato il mancato rispetto di almeno due prescrizioni AIA, senza che nessuno sia intervenuto, a meno di auspicabili indagini tuttora riservate.

Suggeriamo frattanto al PM di leggersi qualche sentenza della Corte di Giustizia europea, da quelle che condannano l’Italia per i tempi di intervento della Magistratura, con gioiose prescrizioni a beneficio dei rei, a quelle che riguardano la contaminazione ambientale. Nel nostro diritto i principi costituzionali, le direttive, le leggi, la giurisprudenza, la dottrina non mancano di certo; talvolta potrebbe mancare il coraggio, ma naturalmente è solo un’ipotesi di scuola. Ma se nemmeno la Giustizia riesce a rispondere, diventa sempre più urgente l’intervento politico in sede governativa e parlamentare nazionale ed europea, così da tutelare concretamente la salute, rassicurando finalmente i nostri cittadini”.

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